IL BAR SUBITO DOPO e altri racconti...: la parola agli autori e alle autrici (stranieri)

Intervista agli autori e alle autrici del RiLL World Tour pubblicati nell’antologia IL BAR SUBITO DOPO e altri racconti dal Trofeo RiLL e dintorni
di Alberto Panicucci
[pubblicato su RiLL.it nel dicembre 2021]

Dal 2013 il Trofeo RiLL è gemellato con alcuni concorsi letterari per racconti fantastici organizzati all’estero. Grazie a queste collaborazioni pubblichiamo su Mondi Incantati le storie vincitrici di questi premi, accostandole quindi ai racconti selezionati da RiLL nell’ambito del Trofeo RiLL e di SFIDA.
Il viaggio nell’immaginario fantastico che proponiamo con la nostra antologia annuale acquisisce così un respiro internazionale e si arricchisce sempre più, grazie a questo “confronto” fra autori/autrici italiani e stranieri (e le loro storie).

Il RiLL World Tour, così abbiamo battezzato la sezione estera dei nostri libri, è stata da subito apprezzata dai nostri lettori/lettrici, e per il 2021 abbiamo deciso di proporre un’intervista collettiva agli autori/autrici stranieri i cui racconti sono inclusi nell'antologia IL BAR SUBITO DOPO e altri racconti dal Trofeo RiLL e dintorni.
Questa intervista collettiva fa pendant con quella che tradizionalmente realizziamo con gli autori/ autrici premiati del Trofeo RiLL e di SFIDA. Anche tale intervista è on line su questo sito, e potete leggerla in un’altra pagina.
Nel complesso, speriamo che le risposte di tutti gli autori/autrici nelle due interviste soddisfi e accresca la curiosità dei lettori/ lettrici, approfondendo le caratteristiche dei 12 racconti nell'antologia e andando al di là del semplice titolo in sommario.

Ne IL BAR SUBITO DOPO e altri racconti dal Trofeo RiLL e dintorni abbiamo tradotto e pubblicato i racconti vincitori di tre diversi concorsi e paesi (...e continenti!): il premio Visiones (Spagna), la NOVA Short-Story Competition (Sud Africa), la Horror Short-Story Competition dell’Australasian Horror Writers Association (Australia).

Iniziamo dal racconto spagnolo, scelto dagli amici di PORTICO (Asociación Española de Fantasía, Ciencia Ficción y Terror), il maggiore club spagnolo che si occupa di fantastico.
L’associazione cura dal 1992 le antologie Visiones, e stabilisce i racconti da pubblicare con un concorso, cui partecipano moltissimi autori/autrici spagnoli e latino-americani.
Nel 2021 sono pervenuti 232 testi, fra cui sono stati selezionati 12 racconti, tutti pubblicati su Visiones 2021 (che è stata recentemente presentata nell’ambito di Hispacon, la convention annuale di PORTICO).

Il racconto pubblicato sulla nostra antologia è L’incidente Furnerius , di J. A. Menéndez (la cui traduzione è stata curata da Serena Valentini). Si tratta di una storia di fantascienza ambientata sulla Luna, che mischia il tema della lotta per la sopravvivenza con quello dei viaggi nel tempo (quest’ultimo era il tema generale del concorso spagnolo per il 2021).

L’autore è J.A. Menendez, spagnolo residente a La Coruna, in Galizia, e che ha all’attivo una lunga serie di pubblicazioni e riconoscimenti (per le sue sceneggiature, racconti, romanzi…).

Oltre agli elementi che abbiamo già citato, L’incidente Furnerius ha un’altra particolarità: è stato scritto senza esplicitare mai il sesso/genere di Pat (la voce narrante/ protagonista, che per tutto il racconto cerca di salvarsi da un’imminente grave pericolo). Quando abbiamo iniziato a tradurre la storia, l’autore ci ha chiesto di mantenere questa caratteristica, anche a costo di usare (date le differenze linguistiche fra Italiano e Spagnolo) frasi che non erano la traduzione letterale di quelle originali.
Quindi la domanda che vogliamo fare a J. A. Menendez riguarda questa sua scelta, nel senso: perché la hai presa e perché la consideri importante?

“Avevo in mente due obiettivi quando ho deciso di non specificare mai il sesso/genere di Pat. Il primo era di tipo narrativo: L’incidente Furnerius parla di viaggi nel tempo, ma anche di un primo contatto (con gli alieni, NdR), nel quale Pat rappresenta l’umanità tutta: maschi, femmine, persone non binarie etc.
“Penso che rimuovere il sesso/genere di Pat dal racconto porti ogni lettore a sentire una maggiore connessione con Pat e le sue decisioni, e i suoi errori. Di Pat impariamo a conoscere le virtù (resilienza, curiosità ecc.) e i difetti (il gusto per la violenza e le soluzioni distruttive, il disinteresse per le conseguenze di lungo periodo delle sue azioni), che sono anche quelle dell’umanità. Chi legge la storia può assumere che Pat sia un maschio, o una femmina, o qualsiasi altra cosa, nulla nel testo contraddice questa idea.
“In secondo luogo, si trattava per me di una sfida di scrittura. Mi sono sempre divertito con i racconti dello scrittore spagnolo Enrique Jardiel Poncela (romanziere e commediografo spagnolo della prima metà del XX secolo, NdR) nei quali non venivano volutamente usate alcune lettere. Ma non le lettere W o X, no: l’esperimento consisteva nel non usare la lettera A oppure la E, cioè due delle più diffuse in Spagnolo. La prima volta che lessi una di queste sue storie non mi accorsi della cosa. Poi, quando me la fecero notare, rimasi sbalordito. E quella sensazione mi fece capire che chi scrive può scegliere la via più facile, ma può sempre scegliere di fare invece qualcosa di speciale.
“Quindi, quando ho iniziato a scrivere L’incidente Furnerius, mi sono chiesto: se il personaggio principale del racconto rappresenta tutta l’umanità, potrei scrivere questa storia con un essere umano come protagonista ma senza chiarirne il sesso/genere?
“Ho dovuto giocare un po’ con le parole e la costruzione delle frasi, ma alla fine ci sono riuscito, anche senza ricorrere alle forme gender neutral che stanno sempre più emergendo. Magari qualche lettore noterà questo aspetto del racconto… e sarò io che gli avrò fatto provare la sensazione di cui parlavo prima.”




Riprendendo una riflessione più volte fatta nell’intervista agli autori/ autrici italiani, questa particolare scelta stilistica di J.A. Menendez è un’altra delle tante cose assolutamente nuove che sono successe nel 2021 di RiLL, e che l’antologia IL BAR SUBITO DOPO e altri racconti dal Trofeo RiLL e dintorni riflette fedelmente.
…ma non finisce qui!!

Passiamo infatti al racconto sudafricano, vincitore del premio NOVA, bandito dal 1971 dall’associazione SFFSA – Science Fiction and Fantasy South Africa (per inciso: se il 1971 come anno di inizio attività per il concorso vi sembra una data incredibile, sappiate che il club è nato nel 1969, e qui potete leggere un’intervista sul cinquantennale associativo!).
A fermare un premio attivo da mezzo secolo poteva solo essere una pandemia, e infatti l’edizione del 2020 è stata annullata. MA, e qui torniamo al tema delle cose mai successe prima e infine successe nel 2021, gli amici sudafricani non si sono piegati al virus, proponendoci di pubblicare comunque un loro racconto, che avesse vinto il loro concorso in un’annata antecedente all’inizio della collaborazione SFFSA / RiLL (che risale al 2014).
Ecco così che sul Mondi Incantati del 2021 è arrivato Creature Ultraterrene, di Belinda Lewis, vincitore del premio NOVA nel 2013 (e tradotto per RiLL da Francesca Garello).

Belinda Lewis è nata e vive a Johannesburg; è dirigente in un'impresa sociale che opera per ridurre la disoccupazione giovanile. Sue storie sono uscite già in diverse antologie di editori sudafricani.

Creature Ultraterrene è un racconto di fantascienza un po’ particolare: parla di esplorazioni spaziali, e inoltre della solitudine delle persone. La solitudine, infatti, caratterizza fortemente la vita della protagonista (Aida), sia nel suo quotidiano sulla Terra sia nel suo viaggio nello spazio. E questo è un elemento molto interessante, perché si possono dare due chiavi di lettura del racconto, ben diverse fra loro.
Da un certo punto di vista, infatti, si può intenderlo come una storia che dice che la solitudine è una condizione pesante da sopportare, così pesante che può portare a scelte inattese e sorprendenti, proprio per abbandonare questo stato e divenire parte di un gruppo/ comunità. Allo stesso tempo, però, il racconto mostra come la solitudine non causi per forza solo pensieri negativi e autocommiserazione. In un passaggio del racconto, Aida dice che il fatto di non avere denaro, amici o famiglia non significa che lei non possa sognare e impegnarsi per realizzare i propri sogni. Cioè la sua condizione oggettivamente sfortunata non la porta ad abbattersi, ma anzi a impegnarsi con ancora maggiore determinazione.

È senza dubbio molto stimolante che di uno stesso racconto siano possibili due così lontane interpretazioni, Belinda, quindi vorremmo chiederti quale era il messaggio che volevi mandare ai lettori/lettrici quando lo hai scritto.

“Ho sempre creduto che il valore e la bellezza delle storie, e anzi di tutte le Arti, sia che sono in grado di dire qualcosa che semplicemente non può essere comunicato in nessun altro modo. Perciò generalmente quando scrivo cerco di suscitare un sentimento, una sensazione, più che veicolare un messaggio specifico.
Creature Ultraterrene è un omaggio al racconto A Saucer of Loneliness di Theodore Sturgeon, del 1953, in cui una donna viene visitata da un minuscolo disco volante, che contiene soltanto una poesia sulla solitudine - un messaggio in una bottiglia gettato nel mare della galassia. Sono sempre stata profondamente toccata dall’idea di fondo: che i desideri, le aspirazioni siano un’emozione così potente e abbastanza universale da trascendere sia lo spazio che le specie.
“Quindi penso che il mio intento quando ho scritto il racconto fosse più vicino alla prima chiave di lettura: la solitudine è un peso così grande che faremmo cose estreme per sentirci parte di qualcosa. Ma in realtà il significato, la sensazione che volevo veramente trasmettere è riassunta al meglio dall’ultima riga della bellissima storia di Sturgeon: Tra le tante cose che significava, c’era che anche alla solitudine c’è una fine, per coloro che sono abbastanza soli, abbastanza a lungo.”

Le parole di Theodore Sturgeon sono perfette per parlare di Creature Ultraterrene: un racconto che ci è stato proposto in modo assolutamente inatteso (come dicevo prima), ma che siamo molto felici di avere pubblicato. E la risposta di Belinda conferma una cosa che ha voluto che scrivessimo nella sua biografia nell’antologia: che crede moltissimo nel potere delle storie. Siamo, ovviamente, d’accordo con lei!

L’ultima tappa del RiLL World Tour 2021 ci porta nella lontana Australia, dove l’AHWA - Australasian Horror Writers Association bandisce da oltre dieci anni un premio per racconti dell’orrore, che prevede due sezioni: Flash Fiction (per storie fino a 1000 parole) e Short-Story (per storie fra le 1000 e le 8000 parole).

Dopo avere letto i racconti vincitori di entrambe le sezioni, abbiamo scelto di pubblicare La migliore medicina, di Pauline Yates, il racconto primo classificato nel 2020 della sezione Short-Story (e che è stato tradotto per noi da Daniele Pagliuca).

Pauline Yates vive con la famiglia sulle montagne di Ocean View, nello stato australiano del Queensland, poco distante dal Parco Nazionale D’Aguilar citato ne La migliore medicina. Gestisce un'azienda che produce coperte per cavalli; suoi racconti sono stati inclusi in svariate riviste letterarie australiane e/o premiati in concorsi.

La migliore medicina è una storia dell’orrore che investiga il rapporto fra un marito malato di mente e la moglie che deve accudirlo. È un thriller psicologico che descrive la costante tensione fra i due personaggi… e che alla fine diventa, in un modo sorprendente, splatter.
È abbastanza naturale chiedere all’autrice come le sia venuta l’idea di questo particolare mix. Inoltre, Pauline, visto che l’Australia è (quasi) agli antipodi dell’Italia, ci piacerebbe che ci parlassi un po’ dei fattori di ispirazione “locali” per il tuo racconto (leggendolo, noi abbiamo pensato a film come il classico “Non aprite quella porta”, che però è statunitense, e all’australiano “Wolf Creek”).

“Per me, l’orrore è più di un maniaco che brandisce una motosega. Le mie storie sono spesso horror psicologici, parlano delle sofferenze profonde dei personaggi. Racconto la battaglia interiore dei personaggi contro i loro demoni personali, che derivano da circostanze al di fuori del loro controllo o da scelte che hanno fatto precedentemente. Ne La migliore medicina, questi demoni appaiono sotto forma di senso di colpa, risentimento, depressione e disperazione. A seconda dei casi, i miei personaggi possono trovare un modo per elevarsi al di sopra di questi demoni e vincere la loro battaglia, oppure soccombere.
“Per sottolineare proprio questo aspetto psicologico, nel racconto l’ho combinato con lo spargimento di sangue che deriva dalla totale disperazione; volevo così far vedere come questi demoni personali possano manifestarsi in una forma fisica, facendo uscire il mostro interiore dai suoi confini psicologici.
“Riguardo agli elementi australiani del racconto, la posizione isolata della casa in cui è ambientata la storia è qualcosa che si riscontra facilmente, in Australia. Lontano dalle città l’entroterra australiano è vasto, remoto e spesso inaccessibile. Non è insolito che le persone risiedano a un’ora di macchina o più dal loro vicino più prossimo. E, seppure la privacy e l’isolamento siano allettanti per molti, va anche ricordato che, se qualcosa va per il verso sbagliato, nessuno ti sentirà urlare.”

Chi fosse rimasto colpito dalle parole di Pauline può visitare il suo blog, dove è possibile approfondire le sue idee sulla scrittura e leggere qualche altra sua storia.

Per quanto ci riguarda, concludiamo con la risposta di Pauline Yates l’intervista collettiva agli autori e alle autrici del RiLL World Tour 2021, i cui racconti sono inclusi nell’antologia IL BAR SUBITO DOPO e altri racconti dal Trofeo RiLL e dintorni (collana Mondi Incantati, ed. Acheron Books, 2021).
Speriamo che questa intervista vi abbia incuriosito, e fatto venir voglia di leggere il libro. Se poi voleste sapere di più anche sulle storie premiate nei concorsi RiLLici (27esimo Trofeo RiLL e SFIDA 2021) che il libro contiene, vi rimandiamo all'altra intervista collettiva legata all'antologia.
Dopodiché, comunque e come sempre… la parola ai lettori/ lettrici!

È possibile acquistare IL BAR SUBITO DOPO e altri racconti dal Trofeo RiLL e dintorni direttamente da RiLL, al prezzo speciale di 10 euro (spese postali incluse), oltre che su Amazon, sul Delos Store, sul LuccaFan Store e nell'Edicola del Fantastico (al prezzo di 10 euro, spese postali escluse).


Nota:
Le foto di Belinda Lewis e Pauline Yates sono state gentilmente fornite dalle interessate.



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