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Questa pagina propone una rassegna dei commenti dei giurati (e, in misura minore, dei lettori-selezionatori) del 31esimo Trofeo RiLL sui dieci racconti finalisti. Desideriamo così sia rendere “omaggio” al lavoro di ciascun autore sia rendere pubblico il contributo critico di chi ha letto e valutato i testi arrivati in finale.
Inoltre, in questa stessa pagina presentiamo gli autori di ogni racconto, con brevi biografie. In questo modo dedichiamo ulteriore spazio e attenzione a chi ci ha sostenuto nel modo per noi più gradito: inviandoci una bella storia.
I racconti sono distinti in premiati e menzionati, sulla base dei risultati del concorso.I cinque testi premiati sono pubblicati nell’antologia URBS SANGUINUM e altri racconti dal Trofeo RiLL e dintorni (collana Mondi Incantati), insieme ai racconti vincitori del premio SFIDA 2025 (sempre organizzato da RiLL) e a quelli della sezione RiLL World Tour.
Il libro è già disponibile presso RiLL, al prezzo speciale di 10 euro (spese postali incluse).
Ovviamente, sarà in vendita anche allo stand RiLL a Lucca Comics & Games 2025: per la precisione, il nostro stand è il numero CAR 223, a Lucca Games, cioè nei padiglioni di viale Carducci (qui la mappa del padiglione, con il nostro stand evidenziato in rosso).
Inoltre, da novembre l'antologia sarà anche su Amazon, Mare Magnum, Toscana Libri e altri store on line (al prezzo di 10 euro, più spese postali).
Tutti e dieci i racconti finalisti del 31esimo Trofeo RiLL sono inoltre pubblicati nell’e-book Aspettando Mondi Incantati 2025, disponibile sia in formato kindle (su Amazon) sia come EPUB (su KOBO, IBS.it, La Feltrinelli e Mondadori Store).
Racconti Premiati
Primo Classificato, Vincitore del 31esimo Trofeo RiLL
Urbs Sanguinum
di Emanuele Arciprete (Napoli)
- Un racconto strettamente legato alle tradizioni napoletane (in particolare: le reliquie di sangue che si liquefa e le origini della Neapolis sotterranea), e che ha per protagonista un personaggio classico della letteratura fantastica: un vampiro.
- Un vampiro a Napoli, attratto dalle reliquie di sangue cittadine. Una storia dal buon ritmo, con un uso ben dosato del dialetto e il giusto pizzico di humor nero.
- Un racconto che si basa su un ammirevole lavoro di documentazione sulla città di Napoli, ma anche una storia di suspense, che descrive in modo apprezzabile un mondo urbano dark, ricco di atmosfera e dettagli visivi.
Emanuele Arciprete è nato nel 1990 a Napoli, dove vive.
Laureato in Lettere Moderne, ha successivamente frequentato l’Alma Mater Studiorum e la Cineteca di Bologna, specializzandosi in Italianistica e in critica cinematografica.
Per dieci anni ha guidato la compagnia di videomaking Icarus, ricoprendo nel tempo i ruoli di regista, sceneggiatore, operatore video e montatore. Tra il 2022 e il 2024 ha svolto l’attività di libraio a Napoli.
Collabora con Oltrecultura, testata on line di arte e spettacolo, con la rivista letteraria Mosse di Seppia e con il Movimento Esplorativo Letterario; nell’ambito di tali collaborazioni ha pubblicato numerosi articoli, poesie, fotografie.
Diversi suoi lavori (poesie, racconti, foto e cortometraggi) hanno vinto o sono giunti in finale in concorsi nazionali.
Nel 2025 è uscita la sua prima silloge: “È entrata in me la Notte”, edita da Homo Scrivens.
Secondo Classificato
Quando venne la pioggia
di Andrea Porcu (San Giovanni Lupatoto - Verona)
- Bella visione di un mondo post apocalittico in cui un popolo nomade diventa stanziale. Questo “passaggio storico” viene narrato con un registro epico, senza però trascurare gli elementi emotivi e ponendo il cambiamento del modo di vivere al centro del rapporto fra le diverse generazioni.
- Un racconto di atmosfera, che racconta l’evoluzione di un popolo nomade. L’elemento più originale è nel processo di nomenclatura delle cose: la tribù protagonista dà infatti un nome a tutte le “cose nuove” che via via scopre ed entrano nella vita quotidiana.
- Il racconto di un popolo in cerca di un proprio (nuovo) posto in un mondo post apocalittico. Una storia di vite in cammino, sospese fra crescita personale, momenti di dolore e cambiamenti collettivi. Ritmo solenne, immagini potenti e un finale ispirato ed evocativo.
Andrea Porcu è nato nel 1985 a Verona, dove vive e lavora nel settore IT.
Appassionato da sempre di narrativa (in particolare fantasy e fantascienza), è master di giochi di ruolo da oltre venticinque anni, e si delizia nell’inventare mondi fantastici che fa poi “crollare addosso” agli amici con cui gioca.
Sia per creare avventure per giochi di ruolo che per scrivere racconti si lascia ispirare dalla magia delle piccole cose quotidiane e dall’immaginazione inesauribile di Alexander, suo figlio.
Di recente ha deciso di condividere le storie che scrive con un pubblico più ampio, e ha iniziato a partecipare a concorsi letterari. Alcuni suoi racconti sono stati inclusi in antologie di diversi editori; inoltre, ha vinto nel 2025 la ventesima edizione del premio di narrativa “Giacomo Zanella”.
Terzo Classificato
La seconda regola
di Marta Bonaventura (Londra - Gran Bretagna)
- Un riuscito racconto horror che si regge su tre elementi: il senso dell’imminente trionfo della “giustizia”, la percezione di una vendetta pronta a compiersi con violenza e la tensione costante nell’interazione fra le due protagoniste.
- Curioso (ma solido) horror ambientato in una casa di riposo, dove un’insospettabile vecchia strega lavora a maglia per creare una bambola vendicatrice e…
- Una narrazione volutamente lenta e condotta con mano sicura, che descrive passo passo la realizzazione di un’inattesa vendetta in un ospizio. Tosto e magnetico.
Marta Bonaventura è nata a Roma nel 1988.
Laureata in Studi Italiani e Contemporanei, dopo aver lavorato per un decennio come correttrice di bozze e traduttrice si è trasferita a Londra, dove vive da diversi anni.
Appassionata di letteratura cyberpunk, fantasy umoristico e narrativa distopica, scrive per diletto racconti fantastici dietro pseudonimo.
Al Trofeo RiLL si è classificata al secondo posto nel 2022 (con “nonmorto”); inoltre, è stata fra i vincitori di SFIDA (altro concorso bandito da RiLL) nel 2023, con “Petricore”, e nel 2025 (con “Tornando a casa”).
Quarto Classificato
La donna cervo
di Giorgio Smojver (Padova)
- Un racconto fantasy che mischia con eleganza fiaba, folklore e mito. Particolarmente interessante che l’autore decida di rendere femminile una figura tipicamente maschile nella leggenda: il re cervo. In questo senso, si muove sulle orme di Marion Zimmer Bradley (che ne “Le nebbie di Avalon” ha riscritto il ciclo arturiano dal punto di vista dei personaggi femminili) e di Christa Wolf (che in “Cassandra” ha riscritto l’Iliade al femminile).
- Un racconto scorrevole e piacevole da leggere, sorta di resoconto di eventi a cui il narratore non solo ha assistito ma ha anche partecipato. Una storia fiabesca, tra battute di caccia, boschi oscuri, creature mitiche e ambiguità morale di alcuni personaggi.
- Una sorta di favola pagana, che rielabora una leggenda della mitologia celtica presente anche nelle culture del nord Italia. Inizia come una fiaba e finisce come un fantasy moderno.
Giorgio Smojver è nato nel 1950 a Padova, dove vive.
Laureato in Lettere Classiche, è appassionato di mitologia, storia e letteratura medievale, interessi da cui discende il suo amore per il fantasy.
È stato per oltre trent’anni coordinatore del sistema bibliotecario del Comune di Padova.
Al Trofeo RiLL si è classificato al quinto posto nel 2022 (con “Il frutteto”) e al terzo nel 2023 (con “I colori del Campo Santo”); inoltre, nel 2021 è stato fra i vincitori del concorso SFIDA, sempre bandito da RiLL.
Ha firmato fra gli altri i romanzi “Valawyne e Helmor I – La frontiera di Finyas” (2021), “Valawyne e Helmor II – Le terre selvagge” (2022), “Valawyne e Helmor III – L’assedio di Radebona” (2023) e “Shaylo delle Ombre” (2024), tutti editi da Tora; “I Venturieri della notte” (2022), “I Venturieri dei Monti Pallidi” (2023) e “I Venturieri dell’alba” (2025), tutti pubblicati da Letterelettriche; “La sposa dello Strigoi” (Delos Digital, 2024).
Ha inoltre curato diverse antologie di racconti, fra cui “Fiabe della notte oscura” (Delos Digital, 2021) e “Terre Leggendarie” (ed. Watson, 2022).
È il curatore, con Ambra Stancampiano, della collana Heroic Fantasy Italia (Delos Digital).
Quinto Classificato
I violini d'autunno
di Mauro Bennici (Nichelino - Torino)
- Racconto distopico ambientato a Palermo. È, insieme, una potente immagine di un futuro devastato da una catastrofe ambientale e una storia, molto intima, di un uomo che tenta di proteggere la propria famiglia. Un buon esempio di solarpunk.
- Una storia di fantascienza post apocalittica, toccante e dal ritmo serrato, che fa riflettere su quel che è veramente importante nella vita: la propria famiglia, ma anche la letteratura, la poesia (come la lirica di Paul Verlaine suggerisce sin dal titolo).
- Una distopia classica, con un worldbuilding credibile (black-out tecnologico, crisi climatica…). Ha ritmo da survival game: risorse scarse, missioni pericolose, scelte morali. Inoltre alterna abilmente azione e intimità (come nei giochi narrativi, dove il cuore sta nei personaggi tanto quanto nella trama). L’uso della poesia come memoria perduta aggiunge un apprezzabile, ulteriore tocco emotivo.
Mauro Bennici è nato a Palermo nel 1979, ma vive a Nichelino (Torino).
Per metà romano, lotta per un lustro contro italiano, siciliano e romanesco. Uscito sconfitto dalla battaglia, abbandona gli studi classici e si dedica all’informatica, dapprima da videogiocatore e poi facendone una professione. Da vent’anni si occupa di Intelligenza Artificiale: ha fondato una start-up nel settore, realizza ricerche sul tema e ha depositato un brevetto in tale campo. Dal 2019 partecipa a gruppi di lavoro della Comunità Europea su intelligenza artificiale, sostenibilità IT ed etica.
Da quest’ultima esperienza ha maturato l’esigenza di esplorare il rapporto tra uomo e società, anche attraverso la narrativa fantastica: nasce così il racconto lungo “Diamanti” (ed. Delos Digital, 2023).
Svariate sue storie brevi sono state pubblicate su riviste e antologie. Inoltre, nel 2025 il suo racconto di fantascienza “Un guscio vuoto” è stato uno dei dodici finalisti (fra i 909 partecipanti) al concorso “Retelling”, organizzato dal premio Italo Calvino.
Menzioni di Merito
Il sapore della vendemmia
di Nork (Trieste)- Una storia di vendetta, dall’ambientazione molto particolare e arricchita dal sapiente ricorso ai dialetti. È coraggiosa, in particolare, proprio la scelta di usare due forme dialettali (campano e friulano) nello stesso racconto.
- Un racconto che colpisce al cuore. Soprattutto il finale va giù duro e lascia senza respiro.
- Un urban fantasy ben scritto e sanguigno, ambientato fra il Friuli e la Campania (ovviamente molto rivisitate). In un certo senso, è un pulp-noir con spiccati elementi folkloristici… molto originale.
Nork è un orco semplice: ama la birra, le asce e le buone storie. È nato in un’epoca imprecisata nelle profondità dell’Edeer. Viaggiando con la Taverna Errante, una quindicina di anni fa ha scoperto il nostro mondo e ci si è trasferito. Durante i suoi vagabondaggi ha incontrato Raina, con la quale da allora cammina fianco a fianco, e che lo aiuta a dare forma e volti ai personaggi delle sue storie.
Invece di divorare umani come ci aspetterebbe da un orco, preferisce fare indigestione di libri, fumetti, giochi di ruolo e film. Inoltre, ha deciso di narrare le storie del suo mondo, tanto lontano ma così vicino al nostro.
La sua scrittura riflette il suo approccio alla vita: anche nelle situazioni più complesse, cerca sempre di sdrammatizzare, per esorcizzare quella cappa di negatività che impedisce di affrontare in modo lucido le situazioni peggiori.
Ha pubblicato l’antologia “I Racconti della Taverna Errante” (2022) e la novella “Una storia di sangue e pietra” (2023), entrambe disponibili su Amazon, oltre che qualche racconto su rivista e antologie. I suoi prossimi progetti sono un romanzo ambientato nel “suo” Edeer (per la casa editrice Winter) e un romanzo sulla Taverna Errante.
La Morte e il Comandante
di Giuliano Cannoletta (Pisa)
- Rielaborazione intelligente ed emozionante del celebre racconto “La Maschera della Morte Rossa”, di Edgar Allan Poe. L’ambientazione è affascinante ed è sostenuta sia da uno stile di scrittura impeccabile sia da una sensibilità nuova, moderna.
- Riscrittura del racconto di E. A. Poe “La maschera della Morte Rossa”, con una chiara influenza del film “Eyes wide shut”, di Stanley Kubrick. Il risultato è interessante; in particolare, è ottima l’idea di narrare la storia dal punto di vista di uno dei soldati, ponendo ancor di più l’enfasi sull’indifferenza e la depravazione dei nobili.
- Originale esempio di racconto “derivativo”, che sceglie come riferimento non autori largamente citati (per non dire saccheggiati) come Tolkien o Lovecraft, ma un Maestro del Fantastico ottocentesco come Edgar Allan Poe. La scelta è intrigante, i dialoghi suggestivi, le descrizioni molto teatrali. Un esperimento riuscito.
Giuliano Cannoletta è nato nel 1986 a Pisa, dove vive e lavora come insegnante di sostegno.
Molti suoi racconti sono stati finalisti o premiati in concorsi letterari dedicati al Fantastico (fra gli altri: il premio Urania Short Mondadori, il premio Robot, il Terni Horror, il premio Scheletri, il premio Esecranda…), venendo quindi inclusi nelle antologie collegate. Con “Per le vie di Bonzo-Khan” si è classificato al quinto posto al XXX Trofeo RiLL.
Nel 2024 ha vinto il premio Kipple con il romanzo di fantascienza “Marionette”, poi pubblicato dall’omonima casa editrice. Nel 2025 il suo racconto “Pioggia di stelle” è stato proposto in e-book da Delos Digital.
La Signora di Sopra
di Antonio Crisà (Trofarello - Torino)
- Un racconto horror che si sviluppa intorno al dialogo, ben teso, fra una psicoterapeuta e una bambina (e la sua mamma, prima). Finale inaspettato e terrificante.
- Un racconto horror di ambientazione contemporanea, in cui fra le righe fa capolino il tema della violenza giovanile patologica. Una storia perfettamente racchiusa nella sua forma breve.
- L’incontro fra una psicologa e una bambina è il centro di questo racconto, in cui l’autore riesce con maestria sia a far crescere via via la tensione narrativa sia a padroneggiare gli aspetti tecnici della seduta terapeutica.
Antonio Crisà è nato a Moncalieri nel 1965, e vive in un piccolo paese della prima cintura torinese, insieme alla moglie e a un gatto rosso.
Fotografo professionista e docente di fotografia all’Accademia di Belle Arti (oltre che presso diversi studi e circoli privati), ha esposto le sue opere in diverse mostre di rilevanza regionale (fra le altre: Paratissima, a Torino; Vette d’Arte, al Sestriere; Border Art, a Gattinara).
Oltre a raccontare mondi attraverso le immagini, da circa un anno ha iniziato a cimentarsi con la scrittura, affascinato in modo particolare dalle atmosfere horror, weird e thriller.
Alcuni suoi racconti sono già usciti su antologie e riviste; altri, invece, sono giunti in finale in concorsi letterari (tra cui il Terni Horror e il premio Streghe e Vampiri).
La trasmutazione di Giovanni Livigno
di Davide Bosello (Padova)
- Un racconto che fa vivere un’esperienza immersiva nella follia del protagonista. Una follia destinata forse a travolgere il mondo che conosciamo. Affascinante.
- Un racconto di orrore cosmico e disturbante. Il tema della metamorfosi fisica e psichica è sospeso tra l’indagine poliziesca e il mistero soprannaturale. Colpisce per la sua originalità: gli elementi del risveglio, della doppia realtà e della resurrezione, infatti, rimangono avvolti nell’oscurità. Forse è l’inizio di una storia più ampia.
- Nonostante la forma breve, è un racconto completo, che dosa con abilità suspence, mistero, fantastico e follia. Mi è piaciuta particolarmente l’idea del corpo umano come “bozzolo” da cui liberarsi, per mutare in una forma più perfetta, forse definitiva. Una storia che non può lasciare indifferenti.
Davide Bosello è nato nel 1990 a Venezia, ma è cresciuto e vive a Padova.
Diplomato in amministrazione, finanza e marketing, a diciannove anni segue un corso per diventare tecnico specializzato nella riparazione di automobili danneggiate dalla grandine: un mestiere che da allora (e ancor oggi) gli fa girare il mondo.
Ha fatto della letteratura e dei viaggi le sue grandi passioni (ha visitato più di trenta paesi).
Scrive fin da quando ne ha memoria, e ha portato a termine numerosi romanzi, sperimentando diversi generi letterari.
“La Trasmutazione di Giovanni Livigno” è il secondo racconto che ha scritto.
La trincea
di Martina Stazi (Palestrina - Roma)
- Grazie all’ardita impaginazione dei pensieri e delle battute dei personaggi, l’autrice riesce a mischiare i diversi livelli narrativi, portando il lettore letteralmente dentro una storia che parla della guerra, della sua brutalità e della sua disumanità.
- Un racconto claustrofobico, in cui il fantastico è cupo e disturbante. L’ambientazione, seppure non esplicitata, rimanda alla Prima Guerra Mondiale, ma l’elemento storico viene largamente contaminato con parti oniriche e una narrazione cinematografica, ricca di suspense.
- Efficace racconto di impostazione antimilitarista, in cui gli elementi horror/ sovrannaturali vengono valorizzati da una scrittura nitida ed essenziale.
Martina Stazi è nata nel 1996 e vive a Palestrina, in provincia di Roma.
Laureata in Filologia classica, insegna italiano e storia nelle scuole medie e superiori. La passione per la storia, a dirla tutta, l’ha portata a proseguire gli studi, stavolta in Scienze storiche.
Dal 2017 pratica la scherma storica con la società Ars Historica: ama studiare gli antichi trattati di scherma, giocare con le spade insieme ai suoi amici e vagare per l’Italia in cerca di tornei. Pur scrivendo, non è del tutto sicura che la penna ferisca più della spada; la sua preferita, comunque, è la spada a due mani.
È un’accanita lettrice (soprattutto di fantasy e romanzi storici) e da sempre si diverte a inventare vicende e personaggi, che poi mette per iscritto o gioca nei giochi di ruolo.
Nel resto del suo tempo libero solleva pesi, ascolta musica metal, cucina vegano, viaggia per l’Europa, balla ai concerti, passeggia in montagna con il suo cane…