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Massimo Mongai, col suo noto spirito dissacrante, riprende un discorso iniziato a Lucca Comics & Games 2004, alla premiazione del X Trofeo RiLL...
[pubblicato su RiLL.it nel dicembre 2004]
Sono giurato al premio RiLL da quattro anni.
Quest'anno sono stato anche nella pre-giuria del Premio Solinas. Per chi non lo conoscesse, il Premio Solinas è un prestigioso premio per la sceneggiatura inedita, intestato a Franco Solinas, sceneggiatore, ad esempio de La battaglia di Algeri. Al Solinas sono particolarmente legato essendo finito in finale due volte.
Quest'anno ho letto ben 30 sceneggiature! Fra le quali c'erano ben due storie "fantastiche" (una di fantascienza, una di "fantasmi"). Francesca Solinas, direttrice del premio, sapendo dei miei interessi per la fantascienza, mi ha imposto altre otto storie (non sceneggiature, racconti), tutte e otto "fantastiche".
Alla fine della lettura ho constatato che le storie propriamente fantascientifiche fra sceneggiature e racconti erano otto, e tutte e otto, nessuna esclusa, riguardavano lo stesso schema: una storia d'amore contrastata, fra un uomo e una donna, in una società futura (fra 20/ 30/ 50 anni), in cui c'è un gruppo di ribelli, giovani, belli e fricchettoni o hippie, o poveri e straccioni o altro schema similare, che combattono contro un gruppo di dominanti borghesi, square, middle class, una specie di grandi fratelli un po' sfigati e con l'alito pesante: ma il ritornello sempre quello è.
Ripeto: il 100% delle storie di fantascienza arrivate al Solinas di quest'anno non è altro che la stessa storia, una brutta copia di 1984 di Orwell o di un romanzo di Dick.
La colpa non è di Dick ma di tutti i suoi "laudatores".
Dick, poverino, era uno sfigatone che non ha mai venduto granché, non è mai stato né famoso né ricco, e nel fandom ha avuto sempre un ristretto gruppo di appassionati. Ma per sua fortuna hanno fatto Blade Runner da un suo mezzo romanzo, per di più è morto poco prima del grande successo del film, per cui se ne poteva parlare bene! De mortuis nihil nisi bonum, ma dei vivi mai e poi mai parlare bene, a Los Angeles o a Roma fa poca differenza.
Dai racconti di Dick sono stati tratti cinque film e, badate, non dai romanzi, che sono quelli che vengono sempre citati nei convegni, ma dai racconti, ed è ovvio: i racconti sono fantascienza vera (regolarmente tradita nella trama e nello spirito dal film, ma questa è un'altra storia) mentre i romanzi (secondo me, ma non sono il solo, anzi...) sono riflessioni onfalofile, "sul suo stesso ombelico" e sono di una noia spaventosa! Irriducibili a film.
Però così è: Dick e Bradbury sono i due autori di fantascienza più noti per lo stesso motivo, un famoso film di successo (nel caso di Bradbury Fahrenheit 451 di François Truffaut, NdP).
Risultato: chi scrive per il cinema e vuole scrivere fantascienza, per una sorta di coazione a ripetere, scrive una storia "alla Dick": triste, fosca e cupa, in un futuro triste fosco e cupo. Che noia!
In quanto giurato del premio RiLL negli ultimi anni ho letto 40 storie circa, aggiungetene una ventina dal Premio Adams (concorso per racconti fantascientifici di tipo umoristico, bandito dal 2002 e curato da Michele Piccolino, NdP), diciamo una cinquantina abbondante di storie di autori italiani che scrivono oggi fantascienza o fantasy.
C'era monnezza (ve l'avevamo detto che era franco e dissacrante, no?, NdP) e c'era bella roba, ma vivaddio c'era, c'è, una discreta varietà. Certo, ci sono state anche storie simili a quelle del Solinas, e per forza, Dick ha fatto danni un po' dappertutto; ma nell'insieme c'è varietà e buon materiale.
Ah, sì, dimenticavo, le otto storie fantascientifiche del Solinas, oltre ad essere otto versioni della stessa storia, erano anche tutte e otto scritte male!
Cosa vuol dire tutto ciò? E io che ne so? Io riferisco il dato, traetene voi le conclusioni.
Nella foto: Massimo Mongai a Lucca Comics & Games, nel corso di una conferenza sulla fantascienza organizzata da RiLL. (fonte e fotografo: Valeria De Caterini)