La visione della Kidman da vicino

Francesco Ruffino e l'ultimo film di Stanley Kubrick, "Eyes wide shut"...
[pubblicato su RiLL15, novembre 2000]

Noi dobbiamo assolutamente scopare
Alice


L’ho vista molto da vicino l’altra sera, al cinema. Io, come al solito, ero seduto su una di quelle comode poltroncine rosse. Lei, come al solito, brillava riflessa sullo schermo bianco.
L’ho vista recitare Alice in Eyes Wide Shut, che poi è l’ultimo film di Kubrick, l’ultimo anche perché lui è morto e questo rende tutto un po’ più spiacevole.

Kubrick a noi RiLLini piace molto, lo sapete già se avete letto l’articolo di Davide su Arancia(ta) Meccanica, e siccome il nostro amore è (quasi) viscerale, ci sentiamo in dovere di difendere EWS (e quindi il suo regista) da alcune critiche che gli sono state mosse contro.
Se non bastasse questo a giustificare il ritardo con cui pubblichiamo questa recensione e/o l’ennesimo articolo sul Sig. Kubrick, diremo allora che Nicole Kidman ha un gran bel culo e assumeremo che lo abbiate già visto (…il film!).

La visione, per cominciare, mutilata nella recente versione DVD è la linea pura del racconto (1), è il Doppio Sogno (2) del Dottor William "Bill" Harford (Tom Cruise) e di sua moglie Alice (Nicole Kidman).

Il sogno di Bill, realmente onirico, evidenziato da un sapiente uso del bianco e nero, è però così vivido da sconvolgergli la vita; talmente ossessivo da trascinarlo ad una “festa” di amplessi in una villa dove non è più lui: diverso il volto, celato da una maschera, diversa la voce. Un altro personaggio.
Bill vive spinto dal suo sogno (o meglio incubo), mentre Alice (sor)ride e fantastica, racconta dei suoi tradimenti mai vissuti.

Alice non esce di casa, quasi non si mostra se non nuda e indaffarata al bagno ad asciugarsi la vagina o a deodorarsi le ascelle. Il regista ci mostra i gesti più “umani”, più schifosamente quotidiani della protagonista, perché non anche quelli di Bill?

Perché l’Alice di Kubrick è l’Alice di Carroll (3), la bambina molto politicamente scorretta (4) che dietro e attraverso lo Specchio (l’armadietto del bagno, nel film) prende l’hashish: la pozione con su scritto drink-me! che, come direbbe Alice-Carroll: “a volte mi fa diventare più grande altre più piccola, ma mai come voglio”.
E’ questo errore “prospettico” la causa della confessione della signora Harford, è questa alterazione che sveglia Bill per fargli sognare nuove visioni di sua moglie e un altro su un altro letto. La droga insomma come media per nuove visioni (guardacaso LSD e televisione a colori hanno fatto la loro comparsa contemporanea nel mercato dei "consumi").

La visione della realtà è dunque, per Kubrick, la realtà e questo cambia (eccome!) il ruolo del cinema, non più solo “settima (nona????) arte”, ma spacciatrice di immagini, di sogni reali.

Il dramma in EWS è il confronto fra realtà e immaginazione, fra parola e sogno (5), tra il mondo e la mappatura bidimensionale di questo sulla nostra retina: tra cinema e visione.
Ed è coraggioso proporci questo scontro proprio al cinema, sulle comode poltroncine rosse ma inchiodati, noi sì, con gli occhi-chiusi-sbarrati (6) di fronte allo schermo. Noi come l'Alex di Arancia meccanica, costretto, durante la terapia, a guardare (occhi aperti spalancati) un film di Kubrick dentro un film di Kubrick: spettacolo ricorsivo (7) di inaudita violenza, ma anche molto “karasciò” (cioè fico, nel linguaggio di Alex, NdP).
Siamo l’occhio silenzioso di Hal 9000, che spia i protagonisti dentro la loro casa volante.

EWS fornisce insomma una nuova chiave di lettura per l’intero universo-Kubrick: è un’enorme parentesi chiusa sull’opera del regista e le dona straordinaria compattezza.

E buone visioni a tutti, per il prossimo millennio!

 

Note:
(1) E' stato tagliato il formato dei fotogrammi, l’effetto è quello di zoomare il centro dell’immagine e tagliare qualcosa ai lati
(2) Doppio sogno di Arthur Schnitzler è il libro a cui si è ispirato Kubrick per EWS. A me non è piaciuto, come tutti i libri da cui Kubrick ha tratto film. E’ edito in Italia da Adelphi. Curiosità: un altro film era stato tratto da questo libro: Fräulein Else di Paul Czinner (1929)
(3) Vedi Alice nel Paese delle Meraviglie e Alice dietro lo specchio di Lewis Carroll. Il nome della protagonista femminile nel romanzo di Schnitzler non è Alice
(4) E anche grammaticalmente, ricordate tutti i giochi linguistici e matematici presenti nel racconto di Carroll?
(5) Perché non trovo mai parole per descrivere esattamente i sogni?
(6) C’è un gioco di parole intraducibile nel titolo del film, infatti wide significa “aperto, spalancato” e shut “chiuso, sbarrato”
(7) David Cronenberg è un’artista in questo gioco di specchi, si pensi a Videodrome (TV dentro TV) o l’ultimo ExistenZ (Videogioco dentro Videogioco)

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