Ali di Drago sulla Torre Guinigi

Intervista all'illustratore argentino Ciruelo Cabral, il Signore dei Draghi, che ci svela...
di Anna Benedetto
[pubblicato su RiLL.it nell'aprile 2005]

Artista ospite d’onore dell’edizione 2002, Ciruelo Cabral è divenuto di casa a Lucca Games, dove partecipa sempre in prima persona, con uno spazio pieno zeppo delle riproduzioni delle sue opere. Opere che lo hanno reso uno dei più famosi illustratori fantasy a livello mondiale, facendone in particolare un celebrato “maestro di Draghi”.
Nel marasma della fiera gli abbiamo strappato la promessa di un’intervista, da fare però comodamente via mail e realizzata ora, quando il disegnatore argentino è appena tornato da una grande mostra nella sua Buenos Aires.

 

Ciruelo Cabral è nato a Buenos Aires (Argentina) il 20 luglio 1963. Ha cominciato a disegnare da bambino, e da ragazzo ha frequentato una scuola artistica, specializzandosi in disegno. A 18 anni, terminati gli studi, è stato assunto in un’agenzia di pubblicità. Lavorando per questa agenzia ha preso familiarità con strumenti e tecniche artistiche, ed è entrato in contatto con altri illustratori. A 20 anni, quando ha lasciato l’agenzia, ha cominciato a lavorare come illustratore freelance.

Ciruelo si è trasferito in Spagna nel 1987. Tutt’ora abita a Sitges, vicino a Barcellona in Catalogna, con la moglie Daniela.

Nella sua esperienza artistica ha lavorato con tutte le tecniche, ed ha sperimentato molto, anche se per lo più usa tinte acriliche e l’aerografo.

Uno degli esperimenti più particolari e più riusciti (in Italia sono state esposte durante Lucca Comics & Games 2002, ma hanno girato tutta Europa) sono le Petropictos: pietre dipinte che sprigionano un grande magnetismo e che lo stesso Ciruelo confessa essere non proprio tutto frutto della sua mano. “Per me lavorare sulle pietre è fare una collaborazione - ha dichiarato nel novembre 2002 in un’intervista al Corriere di Lucca - Non è come dipingere su tela o carta. Passano cose strane che sento, e che non sento quando dipingo su tela. Per esempio, se decido di dipingere un elefante, mentre dipingo ecco che si rivela l’occhio, anche se prima non l’avevo visto. È come un dialogo, perché sento che c’è qualcosa che mi sta suggerendo. Una delle cose più magiche che mi sono successe, e questa è una cosa che si trasferisce alla gente quando le vede”.

Ma veniamo all'intervista per RiLL.it...


La cosa che colpisce di più, vedendoti in fiera, è lo “stile” con cui sei presente. Come se cercassi il contatto più diretto possibile con gli appassionati… che rapporto hai col tuo pubblico?

Il mio lavoro come illustratore è un compito che svolgo da solo, e se non fosse per le fiere e le conventions non incontrerei mai il mio pubblico. Per questo quando sono in uno di questi posti mi piace parlare con la gente e sapere cosa piace di più e cosa di meno del mio lavoro. Inoltre mi interessa ringraziare personalmente le persone, perché è grazie a loro che posso vivere facendo quello che mi piace: creare.

Il nome di Ciruelo Cabral è legato ai Draghi, creatura fantasy per eccellenza, nell’immaginario di tutti. Da cosa nasce questo tuo interesse per i Draghi, e su cosa basi la tua ispirazione quando devi rappresentarli?

Il mio rapporto con la figura del drago comincia nel 1989, quando ho realizzato “Il libro del drago” per una casa editrice spagnola. Questo libro è stato poi pubblicato anche per la casa editrice inglese Paper Tiger e, vista la distribuzione che ne hanno fatto negli Stati Uniti, ho cominciato ad essere conosciuto come un artista specializzato in draghi e a ricevere incarichi per disegnarli.

Per me il drago nasconde un mistero particolare perché è presente in tutte le culture ancestrali: da quelle orientali (cinese, giapponese, indonesiana) a quella medio-orientale, dai Celti, ai Maya, agli Inca. Un motivo ci deve pur essere perché questo essere abbia una tale presenza.

Quando disegno draghi mi ispiro alla natura, alle iguane, ai serpenti, ai coccodrilli, eccetera. La natura è una grande fonte di ispirazione per tutto.

Hai un “freehold”, un luogo dove ti senti più a tuo agio e dove preferisci dare vita alle tue creazioni?

La mia casa/ studio dove vivo da tre anni è il luogo perfetto che ho sognato per tutta la vita. Si trova al centro di un giardino molto grande sulla cima di una montagna. L’ho pensata e costruita io stesso con le mie mani. Qui mi sento molto bene quando lavoro, anche se non è un problema per me disegnare in qualunque posto e situazione.

A questo proposito, ho appena finito di pubblicare un piccolo libro dal nome “Quaderno di viaggi” dove appaiono disegni fatti in alberghi, aereoporti, fiere, piazze, boschi, etc. Mi piace molto disegnare fuori dal mio studio perché in contesti diversi arrivano risultati diversi.

Oltre ai draghi, in realtà, la tua carriera è già lunga e ha toccato molti altri temi..

Mi interessa il Fantasy in generale. I miei lavori rappresentano il lato più fantastico della realtà, quello che normalmente non si vede ma fa parte della nostra quotidianità. Mi piace raffigurare nei miei dipinti anche figure di indiani Maya e Inca, perché il modo in cui percepivano la realtà è molto simile al mio: viviamo in un mondo fatto di energie, e mi piace guardarlo con occhi da mago e scoprire fate, gnomi, angeli, eccetera.

A Lucca Games 2004 si è svolta un’asta benefica per l’Ospedale cittadino. Anche alcune tue opere sono state battute per questa iniziativa. Come hai vissuto questa esperienza?

Mi piace molto vedere che il mio lavoro serve per ottenere benefici per la società. La mia intenzione come artista è dare il meglio di me nel lavoro, e se questo riesce anche ad essere un servizio per la comunità vuol dire che viene fuori il vero motivo della mia arte.

Su cosa si basa questa ormai consolidata amicizia con Lucca Games? Cosa ti spinge a tornare tutti gli anni proprio a Lucca?

All’inizio sono stato invitato a partecipare per esporre i miei lavori ed essere presente a Lucca Games, e l’esperienza mi è piaciuta molto. Ho riscontrato moltissimo interesse da parte del pubblico italiano verso il mio lavoro, e inoltre adoro la città e passeggiare per le strade arricchisce la mia ispirazione. Ma soprattutto ho incontrato un gruppo di persone splendide e appassionate che rapidamente sono diventate mie amiche, ovvero gli organizzatori di Lucca Games. Per questo torno ogni anno e spero di continuare a farlo. (possiamo sottoscrivere o è "blasfemo"?, NdRiLLinitutti)

Sei da poco tornato da una mostra in Argentina: a quante esibizioni, mostre e fiere partecipi ogni anno? E l’ultima come è andata?

Negli ultimi otto anni ho viaggiato molto in tutto il mondo per fiere ed esposizioni. Ho partecipato a una media di dodici fiere all’anno, ma quest’anno spero di viaggiare di meno per dedicare più tempo al mio lavoro di pittore. Ho appena finito un’enorme mostra a Buenos Aires, in Argentina, ed è stato incredibile. In poco più di un mese ci sono stato più di 60mila visitatori. Una cosa normale per Buenos Aires, dove c’è una passione grandissima per l’arte in generale.

Il futuro: oltre ai draghi, e alle pietre, pensi che sperimenterai qualcos’altro?

Per questa esposizione in Argentina ho sviluppato una serie di dieci dipinti fatti con pastelli a olio, e anche se era una tecnica per me nuova sono venuti fuori dei dipinti molto espressivi e spettacolari. Per questo continuo a studiare continuamente nuove tecniche.

I miei progetti per il futuro sono centrati nella produzione di libri illustrati, per i quali mi occuperò sia dei disegni che dei testi. I libri mi sembrano oggetti magici attraverso i quali voglio arrivare alla gente.

 

Per ulteriori informazioni e molte splendide immagini: http://www.dac-editions.com

 

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