Dieci anni di Lucca Games

Intervista a Emanuele Vietina, coordinatore della kermesse ludica toscana
di Alberto Panicucci
[pubblicato su RiLL.it nel dicembre 2003]

Ebbene sì, anche il Coordinatore di Lucca Games ha deciso alfine di rispondere alle mie domande sulla fiera, ammaliato dall’intelligenza dei quesiti e desideroso di portare il proprio nome ancora più in alto nell’empireo del mondo del Gioco italiano, grazie alla potenza mediatica del sito di RiLL.

In altre parole, eccovi le risposte che Mr. Vietina ha dato con grande ritardo su tutte le tabelle di marcia che gli avevo dato… e se qualche domanda ricorda da vicino quelle fatte a Renato Genovese considerate che l’idea iniziale era di fare un’intervista a tre voci. Ah, questi lucchesi, che mondo sarebbe senza di loro?


Emanuele, dieci anni di Lucca Games... come la vedi questa ricorrenza?
Da organizzatore, da appassionato, da personalità del mondo dell’associazionismo (penso alla Dragon’s Lair Lucca qualche anno fa, alla Ludolega Lucchese oggi), da lucchese, infine…

Dieci anni sono una buona distanza per fare dei bilanci.
Se dalla verifica si evince un percorso fatto di successi, di tappe importanti per la crescita del Gioco e la sua divulgazione in Italia, se il percorso è un cammino di sviluppo e di continua affermazione come punto di riferimento, sia per il mercato e le aziende che per la divulgazione culturale, ecco che abbiamo la misura del significato di questo decennale. Storiografico e celebrativo.

Una bella risposta paludata, complimenti. D’altronde hai motivi per essere soddisfatto… ma ci avresti scommesso dieci anni fa su questo successo?

Dieci anni fa la mia preoccupazione più grande era come uscire da scuola per andare ad acquistare i Cavalieri di Rohan (espansione per GiRSA - Il gioco di ruolo del Signore degli Anelli, della Stratelibri, NdP) e riuscire a tornare in classe per quella maledetta interrogazione che proprio non potevo bucare.
Dieci anni fa entravo a Lucca Games come un fedele devoto nella cattedrale per la Messa di Natale.
Probabilmente avevo anche una percezione molto dilatata rispetto alla normalità delle cose, ma tant’è… dei signori mi avevano aperto le porte del sogno.

Dieci anni di Lucca Games: tante soddisfazioni, ma anche tante peripezie e svariati avvicendamenti al timone di comando... però, da persona che la fiera la frequenta, io ogni anno torno a casa con la sensazione che, nonostante tutto, a “fare” la manifestazione ci sia sempre più o meno uno stesso gruppo, che dura nel tempo, ovviamente arricchendosi... ti sembra che questo RiLLino ci veda bene?

Penso che lo staff sia una delle chiavi del successo di questa manifestazione.
Il mondo della comunicazione per immagini prima, e quello del Gioco intelligente poi, insomma, mi verrebbe da dire l’Immaginario Fantastico tout court, sono presenti a Lucca da quasi quarant’anni. Il nostro territorio ha avuto la possibilità di incontrare le massime espressioni di questi settori, e molti giovani sono cresciuti sviluppando competenza e passione, approdando in vario modo e a vario titolo nell’organizzazione della rassegna. Un valore aggiunto di competenza e di dedizione alla causa, direi.

E magari, grazie a questo spirito di dedizione, spesso si è riusciti ad andare oltre le contingenze, non sempre feconde. In questo senso Lucca Games rappresenta l’allargamento di queste prospettive, con uno staff che proviene da tutto lo stivale: da Catania a Brescia i Games radunano un poliedrico e rutilante staff!

Probabilmente l’unicità di Lucca Games, agli inizi degli anni novanta, ha favorito la migrazione di talenti verso la nostra città, rendendola destinataria di proposte importanti e assicurandole la presenza di molti operatori competenti del settore che, una volta assaporata la magia della fiera, non hanno più potuto farne a meno. La connotazione “volontaristica”, poi, è un tratto saliente, quello che rende possibile che, alla serietà ed alla professionalità, sia unita una sensibilità rilevata da ospiti come Brom e Rick Berry, che hanno encomiato lo staff di Lucca Games come uno dei più attenti e partecipi mai incontrati.

Abbiamo ricevuto tante altre importanti testimonianze di questo tipo da artisti internazionali che si confrontano periodicamente con appuntamenti fieristici. Mi riferisco a nomi del calibro di Ciruelo, Larry Elmore o Justine Sweet, che proprio in questi giorni ricordava a Los Angeles quanto Lucca Games sia senza ombra di dubbio la miglior manifestazione a cui egli si sia trovato a partecipare (per la cronaca, chiacchierando quest’anno col grande Larry Elmore mi sono sentito dire: “It’s incredible: a so big show so good… it’a a show made with love!”, e scusate se è poco!, NdP).

Vediamo se ti faccio arrossire… Dieci anni di Lucca Games, quattro con Vietina in cabina di regia. Pensi di essere il 40% della storia della fiera?

Sai, il Vietina, per indole e sensibilità, non si sente proprio di stare al comando… da qualche parte penso di aver “dichiarato” qualcosa del genere:

“La cosa che amo di più… che più mi resta dentro di Lucca Games è il clima umano che si crea, la grande tensione del momento, i passaggi emotivi grazie ai quali stabilisci legami straordinariamente intensi. I ragazzi, gli ospiti, gli editori… è con loro che si fa Lucca Games. Lavorarci assieme sembra una cosa a metà tra il militare e una vacanza in interrail…”

Insomma, ho la possibilità di lavorare in mezzo a quelle cose che mi hanno dato tanto piacere e che ho amato tanto; ogni volta che provo a mettere insieme Lucca Games, cerco di buttarci dentro tutte quelle cose là, nel tentativo di restituire al pubblico almeno un poco di quella gioia e di quelle emozioni che ho avuto la fortuna di provare.

A proposito di passione e dedizione… Lucca ha da sempre dato spazio all'associazionismo (al Movimento, se vogliamo usare un termine più politico). Una politica originale... perché in fondo significa puntare su enti no profit, il che in teoria è una scelta anticommerciale per eccellenza (e i conti è giusto farli quadrare!). Cosa puoi dirci?

Lucca Games ha sempre cercato di valorizzare il mondo del fandom, dell’associazionismo e dell’autoproduzione. Quando la rassegna ludica ha mosso i primi passi, questo ricco universo ha rappresentato un bacino di utenza e di collaborazioni. La lezione è stata assimilata a fondo e, nonostante i connotati della mostra mercato siano cambiati nel tempo, la politica nei confronti di queste realtà è rimasta la stessa. Anzi, si è rafforzata. Indipendence Bay e lo stand Underground, dedicato all’autoproduzione, ne sono la più limpida testimonianza.

Personalmente ritengo che chi porta avanti il Movimento e si fa divulgatore culturale sulla spinta della propria passione, debba godere del massimo rispetto; per di più, è in questo bacino che nascono esperienze ed operatori che diventeranno poi, un domani, i professionisti di riferimento del settore.
L’investimento nell’associazionismo è tutt’altro che anticommerciale: in primis ha un assoluto valore culturale (e la proposta della fiera deve essere sempre di prim’ordine); inoltre, con un’espressione calcistica, significa investire sui vivai.

Lucca Games sa di essere un buon trampolino di lancio per questi ragazzi, e costruire un legame con loro rappresenta un sicuro investimento per il futuro.

Fra tutti gli eventi organizzati negli anni, qual è quello che ricordi con più piacere? (o più terrore, vista la fatica che hai fatto per realizzarlo!)

Ricordo con particolare ansia e particolare soddisfazione l’edizione del 2001, dedicata al Signore degli Anelli in tutte le sue forme.

I motivi sono molteplici: il 2001 era l’anno in cui dovevo confermare la bontà della scelta che era stata fatta un anno prima, affidandomi Lucca Games; avevo poi l’opportunità di lavorare (alla grande) su uno dei mondi della fantasia che più amavo e che probabilmente era stato il motore di tutto il mio percorso in questo settore; il 2001, infine, era anche l’anno mediatico per eccellenza per il Signore degli Anelli: avevamo la possibilità di aprire un percorso che nel corso degli anni successivi sarebbe stato costellato da una miriade di appuntamenti grandi e piccoli, eventi che nell’arco di tre anni avrebbero accompagnato l’uscita della trilogia cinematografica.
Dovevamo fare, insomma, qualcosa di importante, e ciò è stato possibile grazie a svariati interventi: la Medusa, con il lancio in anteprima nazionale del final trailer del primo film, La Compagnia dell’Anello, la presenza dei più significativi autori di casa nostra con i loro meravigliosi contributi (penso ad Angelo Montanini… e mi commuovo!, NdP) e un palinsesto di proposte ludiche, commerciali e culturali tutte legate alla grande produzione tolkieniana.
Senza dimenticare poi le tavole rotonde con i maggiori autori e produttori di giochi in Italia e all’estero, che in quel triennio avrebbero trovato nel Signore degli Anelli il tema di rinascimento del settore.

L’edizione tematica del 2001 si presentava insomma già di altissimo livello, ma con forza e caparbietà riuscimmo a realizzare l’evento che l’avrebbe resa memorabile, portando per la prima volta in Italia John Howe (conceptual artist della trilogia cinematografica) e realizzando un’esposizione (sino ad oggi insuperata) di quarantadue sue tavole originali.
Insomma, un grande tema, una grande anteprima, una conferma di tutto rispetto per il sottoscritto.

Ma anche i problemi furono d’eccezione: fu in quell’edizione che i padiglioni di Lucca Games diventarono una sede distaccata delle patrie dogane (!!!!, NdP), e per sdoganare il quasi miliardo di lire che rappresentavano, allora, i lavori di Howe, dovemmo portare al punto accredito la Guardia di Finanza, gli impiegati doganali e un funzionario dell’Accademia di Belle Arti. Il tutto in un giorno festivo.
Insomma vero terrore, grandi ansie, scioglimento finale e lieto fine, proprio come si richiede alle grandi quest delle migliori tradizioni!

Quanto a soddisfazioni, poi, non è stata sicuramente da meno l’edizione (dei record) del 2003.
Una Lucca Games grande come non mai, il calendario con i grandi artisti e tutto il memorabilia, la celebrazione dell’anniversario assieme a Magic: The Gathering e la strepitosa compresenza del favoloso trio americano Jamie Chambers- Larry Elmore- Margaret Weis.
Quest’anno però le ansie e le fatiche sono state più controllate, insomma sto imparando a diventare un organizzatore consumato…

Sicuramente, Emanuele… però il sabato sera, credimi, eri decisamente stressato! Vabbè, cambiamo argomento… sino al 1999 la Fiera di Lucca aveva anche un’edizione primaverile… le dobbiamo dire addio per sempre?

Ci sono dei progetti. La manifestazione, intesa come Comics & Games, sta evolvendo rapidamente. Le due realtà, commercialmente e culturalmente, hanno esigenze sempre più ingombranti, per cui dovremo cercare di cucirle assieme con sempre maggior attenzione.

Le relazioni internazionali dell’appuntamento, poi, richiedono vetrine sempre più articolate, ed è quindi da prendere in considerazione, in un’ottica di crescita della rassegna, la possibilità di diversificare la proposta con un calendario più fitto.
Intanto aspettiamo, e valutiamo il risultato che avrà l’appuntamento dedicato al collezionismo e al fumetto d’antiquariato, a cura del Museo del Fumetto, il 27 e del 28 marzo 2004.

 

Ok, questo è tutto per le mie interviste da Lucca 2003. Il buon Emanuele è riuscito come al solito a commuovermi qua e là (ma tanto anch’io ci riesco con lui, quindi stiamo pari) ed anche a farmi fare una bella corsa per inserire anche questo pezzo in tempo sul sito. Però ne valeva la pena… siete d’accordo con me?

 

Nella foto: Edoardo Cicchinelli e Francesco Ruffino (in piedi, da sinistra), intenti a fare da valletti a Sua Eccellenza Emanuele Vietina in un momento di consegna di premi della fiera (fonte e fotografo: Valeria De Caterini).

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