Giampaolo Dossena

Un ricordo del primo e più grande grande giornalista ludico italiano
di Andrea Angiolino
[pubblicato su RiLL.it nel febbraio 2009]

Arrivando a Urbino per il Festival Italiano dei Giochi, nel 1994, le prime persone in cui mi sono imbattuto sono state i RiLLini: mi hanno regalato una maglietta promozionale della loro fanzine (erano i tempi in cui RiLL era, prima di tutto, una rivista amatoriale di giochi... grandi tempi!!, NdP) che ho subito indossato.
La successiva persona che ho incontrato è stata Giampaolo Dossena, sulla soglia dell'Ufficio Stampa ove ero andato ad accreditarmi. Mi ha guardato, ha fissato la maglietta e mi ha salutato così: "Angiolino, ma che ci fa lei qua, travestito da giovane?"

Giampaolo Dossena è mancato il 5 febbraio 2009. A noi di RiLL piace ricordarlo in questo modo: pungente e apparentemente burbero, sulla soglia di passaggio fra dove si gioca e dove si scrive.

Per chi scrive di giochi, Dossena è stato il Maestro, da cui spero di aver imparato qualcosa anche io.
Nel mondo ludico non mancano gli specialisti di enigmistica piuttosto che di videogiochi, di giochi di ruolo piuttosto che da tavolo: ma in pochi alzano lo sguardo dalle loro pedine o dal loro video per guardare cosa c'è intorno. Dossena, invece, era senza dubbio il massimo esperto di gioco in generale. Sapeva scovare riferimenti culturali, sociali e storici nei giochi di ogni tipo, ma anche riferimenti e aspetti giocosi nella cultura, nella società e nella storia.
Dagli anni '70 Dossena ha collaborato con i marchi editoriali più prestigiosi d'Italia, scrivendo articoli e pubblicando libri su vari temi ludici: le sue monografie sui giochi di carte e con le parole restano fondamentali anche con il passare degli anni. Inoltre ha creato nuovi e autorevoli spazi dedicati al gioco, inaugurando rubriche ludiche sul Tuttolibri de La Stampa, sul Venerdì di Repubblica, sul Sole 24 ore. E, man mano che lui le abbandonava per andarne a creare di nuove altrove, quanto realizzato non andava perduto e gli spazi passavano a firme più che autorevoli come quelle di Ennio Peres e Stefano Bartezzaghi. Se di certi nostri giochi un po' insoliti si è parlato in pubblico, e davanti a un pubblico di dimensioni enormi, lo si deve proprio a Dossena.

A lui sono quindi personalmente grato per diversi motivi. Il primo è quello di aver inventato e consolidato agli occhi del mondo il mestiere di giornalista ludico, che a tutt'oggi pratico. Il secondo è quello di avermi recensito più volte negli anni sulle sue seguitissime rubriche: spesso favorevolmente, ma una volta dedicandomi anche una bella (e ovviamente meritata) stroncatura, a fine anni '80, per un gioco promozionale realizzato su commissione. Perché peli sulla lingua non ne aveva, e rispettare il lettore parlandogli con la debita schiettezza era più importante che non spiacere al recensito. Una preziosa lezione anche quella.

I libri scritti e curati da Giampaolo Dossena su temi ludici e letterari sono davvero parecchi.
Per quanto riguarda quelli a tema ludico, nel 1999 ne è uscita una pregevole sintesi: l'Enciclopedia dei giochi della UTET, in tre volumi, di cui è l'unico autore. Tanto che è correntemente nota come "L'enciclopedia dei giochi di Dossena". In questo periodo è imminente l'uscita della nuova edizione per i tipi della Mondadori, completamente rivista anche nel prezzo, reso assai più popolare: sarà una bella occasione per continuare a giocare e a dialogare con lui, purtroppo soltanto da lettori. Magari, da parte sua, con un pizzico di pungente e apparentemente burbera polemica. Ma con una profondità e uno spessore che nel mestiere da lui inventato non ha eguali.

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