Il mio nome è Nicola Catellani e queste sono le mie storie

Intervista a Nicola Catellani su Futuri inattesi, antologia dei suoi racconti di fantascienza, curata da RiLL
di Alberto Panicucci
[pubblicato su RiLL.it nel febbraio 2024]

Dal 2012 le antologie personali della collana Memorie dal Futuro si chiudono con un'intervista all'autore/autrice dei racconti pubblicati nel volume. Con piacere proponiamo adesso on line le domande e le risposte di Nicola Catellani sui racconti di Futuri inattesi (e non solo!).


Nicola, quest’anno l’antologia personale di RiLL è dedicata a te.
Tu hai vinto due volte il Trofeo RiLL (con Il Bar Subito Dopo nel 2021 e Quel signore in salotto nel 2022); inoltre sei stato premiato altre sei volte – dal 2017 in poi – nei concorsi organizzati da RiLL. Pensare a te per la personale è stato naturale… ma tu te lo aspettavi? Che effetto ti fa?

Essere stato scelto per la personale mi dispiace… perché, da regolamento, adesso non potrò più partecipare al Trofeo RiLL!
Scherzi a parte (ma non troppo), la prima cosa che mi viene in mente è che se me l’avessero detto qualche anno fa non ci avrei creduto. Il Trofeo RiLL è stata la mia prima “palestra” di scrittura. Dopo averlo scoperto su internet, e aver partecipato senza esito nel 2015 e 2016, avevo deciso di gettare la spugna. Poi ti incontrai allo stand di RiLL a BUK Modena: ti accennai ai miei due tentativi, e tu mi desti comunque il volantino della nuova edizione, esortandomi a provare di nuovo. Provai, e nel 2017 arrivai terzo (con mia somma sorpresa). Questo mi diede lo stimolo a continuare… e ora eccomi qui!
Comunque quel che provo ora non è paragonabile a quanto provai nel 2021, quando seppi di essere arrivato sia primo che secondo al Trofeo RiLL. Per vari giorni, ogni volta che ci pensavo, mi veniva da ridere!

Oltre ai “racconti RiLLici”, questo libro contiene diverse tue storie con cui sei stato premiato in altri concorsi (N.A.S.F., Scienza Fantastica…). Cosa pensi e quale rapporto hai con i premi letterari?

Il mondo dei concorsi letterari l’ho scoperto in questi ultimi anni, dopo le mie prime partecipazioni al Trofeo RiLL. L’Italia è piena di premi di narrativa e poesia, con mille argomenti e tipologie differenti. Trovo che siano un ottimo mezzo per esercitarsi alla scrittura e per capire se si hanno delle potenzialità. Io, ad esempio, non faccio mai leggere a nessuno quel che invio ai concorsi, perché spesso parenti e amici non hanno la competenza (o il coraggio) per dire se un’opera è valida o no. La leggeranno dopo, se una giuria indipendente avrà deciso che è una buona storia.

E tu… quando decidi che una storia che hai scritto è buona?

Sostengo da sempre di non essere in grado di valutare la “bontà” di quel che scrivo, e trovo sostegno dal fatto che nella letteratura esistono “buone storie” che a qualcuno piacciono da impazzire mentre altri le disprezzano. Quindi preferisco dire che una mia storia “mi piace” quando la rileggo alcuni giorni dopo averla scritta e mi sembra che la trama sia coerente, arrivando in modo logico a un finale, anche quando questo è “a sorpresa”. Ritengo invece che una mia storia sia “buona” quando sono altri lettori a deciderlo: ad esempio se viene premiata in un concorso… o viene scelta per un’antologia come questa!

Come autore hai esordito a 17 anni, nel 1985, pubblicando due racconti sulla fanzine torinese Pulp. Poi però, per quasi un trentennio, ti sei dedicato alla “sola” lettura. Perché questa lunga “pausa”?

Dopo quei due primi racconti il desiderio di scrivere fantascienza non è mai scomparso. Conservo ancora alcune cartelline con materiale di quegli anni: appunti, brevi racconti, romanzi iniziati e mai terminati, tutti realizzati con una macchina da scrivere portatile e poi con una delle prime macchine da scrivere elettroniche. Quando poi è arrivato il computer, e avrei potuto fare ben di più, sono stato “travolto” da altri impegni: università, moltissimo scautismo a vari livelli, scrittura di articoli per un settimanale locale, e poi il lavoro. In compenso ho letto tantissima fantascienza.
La “lunga pausa” è terminata proprio grazie al Trofeo RiLL.

In uno dei racconti dell’antologia, Il Vecchio Blaterone, viene detto che inventare storie è uno sforzo inutile, uno spreco di tempo. È un’affermazione curiosa da leggere in una storia di un autore che è invece prolificissimo (prima ho citato gli 8 tuoi racconti che abbiamo premiato nei concorsi RiLLici, ma dal 2015 al 2023 ce ne hai mandati 25!). Tu cosa pensi dello scrivere e dell’inventare storie?

Non mi ritengo un autore “prolifico”, ma un autore “a scadenze”: la maggior parte delle mie opere l’ho scritta in funzione e in vista di qualche scadenza (soprattutto concorsi). Nulla come una scadenza scatena la mia fantasia e mi spinge a scrivere, soprattutto se la data è ravvicinata!
Per me scrivere rappresenta:
1) la soddisfazione di inventare le storie che vorrei leggere e lo stupore di accorgermi come la vicenda talvolta si modifichi in modo autonomo man mano che la scrivo;
2) una sfida con me stesso, per cercare di trovare sempre qualcosa di nuovo da raccontare;
3) un esercizio di costanza: quando inizio un’opera mi impegno a scrivere ogni giorno almeno due o tre pagine finché non è finita, che io ne abbia voglia o no. È sempre una soddisfazione arrivare a scrivere l’ultima riga di ogni lavoro.
Mi rivedo molto in una frase di Douglas Adams, compianto autore di fantascienza umoristica, quando diceva (cito a memoria, ma il senso è questo): “Non mi piace scrivere, mi piace aver scritto”.
(qui accanto: Nicola Catellani mentre presenta “Futuri inattesi” alla premiazione del XXIX Trofeo RiLL, nel 2023; foto di Saverio Catellani)

Tu sei laureato in Astronomia e sei un avido lettore, soprattutto di fantascienza (hai anche una collezione di circa 2.000 volumi). In che modo questi due elementi influenzano quel che scrivi?

Sono complementari. La mia formazione scientifica mi aiuta a dare un fondo di credibilità a ciò che scrivo, mentre la formazione fanta-scientifica mi aiuta a “superare” quella credibilità!
E poi c’è la mia formazione scout: anni e anni di organizzazione di attività e campi estivi a sfondo fantastico per bambini dagli 8 ai 12 anni hanno sviluppato la mia capacità di inventare ambientazioni fantasy, che esulano sia dalla mia formazione scientifica che dalle mie letture preferite, ma sono utilissime per creare racconti.

I racconti di questo libro sono quasi tutti di fantascienza. Possiamo dividerli in due gruppi: quelli ambientati in pianeti/ epoche molto lontane (i futuri citati nel titolo dell’antologia) e quelli ambientati in contesti a noi vicini, ma in cui l’elemento fantascientifico si inserisce in modo inaspettato, contaminando la realtà (e questo spiega l’aggettivo inattesi nel titolo). È un caso oppure…?

Non è un caso, e mi piace sottolineare soprattutto la parola inatteso.
Sia che si parli del lontano futuro che del futuro prossimo, spesso cerco di terminare i miei racconti con qualcosa di inatteso, un finale che scompigli le carte della trama e che getti una nuova luce su tutto quel che è stato letto fino a quel momento. Non è un caso, inoltre, perché non inizio a scrivere un racconto finché non ho in mente un finale che mi appaia soddisfacente. E se capita che scrivendo mi viene in mente una conclusione diversa e scelgo di puntare in quella direzione… alla fine il racconto diventa “inatteso” anche per me!

Molti racconti nel libro hanno come tema il “rapportarsi coi diversi” (alieni, morti, fantasmi…). Perché?

Mi interessa scoprire e sviluppare le possibili reazioni causate dalla presenza di un diverso, inteso come un’entità che di norma non fa parte dell’ambiente in cui si svolge la storia. Può provocare timore, stupore, sospetto, paura, curiosità… Lo scopo della storia sarà mettere in luce queste emozioni.
Lascio poi a chi legge il compito di traslare la vicenda nella propria realtà, e di sostituire ai personaggi “fantastici e diversi” del racconto il volto di personaggi “reali e diversi” del proprio ambiente, magari chiedendosi quali sarebbero le proprie reazioni.

Questi racconti hanno sempre un fondo di leggerezza, talvolta di ironia, non scrivi mai storie distopiche o cupe. E questo anche quando ci sono di mezzo morti, misteri o pericoli letali. È un elemento cardine del tuo modo di narrare?

Cerco di scrivere le storie che mi piacerebbe leggere. Siccome non amo leggere distopie, storie post guerre nucleari e horror, non mi viene nemmeno la voglia di scriverle. Poi, non essendone lettore, non avrei nemmeno la competenza per farlo.
Stessa cosa per quanto riguarda il fantasy: in generale quello “tradizionale”, simil Il Signore degli Anelli, non mi attira particolarmente e non lo leggo, tuttavia ho divorato i romanzi fantasy umoristici di Terry Pratchett, Jasper Fforde e Terry Brooks (e la serie di Harry Potter).
Volendo trovare un fil rouge nei miei lavori: cerco di scrivere opere che permettano di passare un po’ di tempo in serena lettura, senza pretese filosofiche o sociologiche, con un filo d’ironia e (quando possibile) con il lieto fine.

E i tuoi romanzi? Anche per Via Lattea per negati (Plesio Editore) e per Pellegrini nella Galassia (Delos Digital) hai seguito questo approccio?

Certamente! Via Lattea per negati è, sin dal titolo, un romanzo umoristico: all’inizio c’è il classico rapimento di una coppia da parte di un UFO governato da un’intelligenza artificiale, ma poi i due vengono coinvolti loro malgrado in una sorta di “concorso galattico”, dove in palio c’è l’astronave su cui si trovano… sempre che riescano a riportarla al suo pianeta d’origine. Inoltre ho disseminato nel romanzo molte (vere) informazioni astronomiche e curiosità sulla Via Lattea, a beneficio dei lettori. Pellegrini nella Galassia, invece, è un fix-up di sei storie con gli stessi protagonisti: tre accompagnatori di “pellegrinaggi turistici” alla scoperta di templi e religioni di altri mondi. Anche qui è inevitabile l’ironia, soprattutto perché in questi viaggi ci sono sempre delle difficoltà impreviste… in genere causate dai pellegrini stessi!

 

Per maggiori dettagli sull’antologia “Futuri inattesi” rimandiamo a un’altra pagina di questo sito (il libro è disponibile presso RiLL, su Amazon, Delos Store, Lucca Fan Store; in formato e-book, come kindle su Amazon e come EPUB su KOBO, La Feltrinelli e Mondadori Store).
Inoltre, su RiLL.it è on line l'intervista a Nicola Catellani sui racconti di “Futuri inattesi”.

Leggi l’introduzione di Valentino Poppi all'antologia “Futuri inattesi”

Nicola Catellani
Futuri inattesi
Racconti di fantascienza
Acheron Books
144 pagine, formato tascabile.
Codice ISBN: 9791254980972
Illustrazione di copertina: Valeria De Caterini
prezzo di copertina: 12 euro (qui la pagina per l'acquisto su Amazon, Delos StoreLucca Fan Store)
prezzo speciale RiLL: 12 euro (spese postali incluse)



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