Un’inarrestabile ondata di entusiasmo e colori

Intervista a Maurizio Manzieri, maestro dallo spazio profondo
di Paco Arellano e Antonio Navarro Jarava
[pubblicato su RiLL.it nel dicembre 2014]

A Lucca Comics & Games 2014 RiLL ha curato l’incontro col pubblico di Maurizio Manzieri, uno degli ospiti d’onore del festival, nonché uno dei più celebri illustratori italiani in ambito fantascientifico e fantastico.

È stata una bella occasione per parlare di fantascienza e illustrazione, in chiave nazionale ed internazionale, ripercorrendo la più che ventennale carriera di Maurizio Manzieri, un’artista che ha firmato copertine per libri dei Gruppi Rizzoli e L’Espresso, per Mondadori, Fanucci, Editrice Nord, Delos Books, Subterranean Press, Prime Books, Penguin, Bragelonne, oltre che per le riviste Asimov’s Science Fiction e The Magazine of Fantasy & Science Fiction.

Proprio per sottolineare il profilo internazionale di questo indubbio “maestro dello spazio profondo” (così era intitolata la mostra a lui dedicata a Lucca Games), abbiamo chiesto di intervistare Maurizio ai nostri amici dell’AEFCFT (Asociación Española de Fantasía, Ciencia Ficción y Terror) la maggiore associazione spagnola che si occupa di fantastico.

Le domande che seguono sono di Antonio Navarro Jarava, presidente dell’AEFCFT, e di Paco Arellano (membro dell’AEFCFT e responsabile della casa editrice spagnola Biblioteca del Laberinto). Ringraziamo Antonio per il prezioso supporto e Paco, graditissimo ospite a Lucca Comics & Games 2014.
Ringraziamo inoltre Francesca Dafne Rossi, per il suo fondamentale lavoro di interprete in tempo reale dell’intervista, in quel di Lucca.

Fatta questa premessa, diamo la parola a Paco Arellano, per l’introduzione all’incontro e l’intervista vera e propria…

La fantascienza è un genere letterario moderno che, nella forma oggi conosciuta, ha appena un centinaio di anni di vita alle spalle. E sicuramente la comparsa delle prime riviste di fantascienza, negli Stati Uniti negli anni ‘20 del secolo scorso, ha rappresentato un momento fondante per questa letteratura.
Sin dalla loro apparizione nel mercato editoriale quelle riviste hanno colpito l’immaginazione dei loro lettori con copertine luminose e sorprendenti illustrazioni interne. La fantascienza, allora, aveva bisogno di icone che i lettori potessero riconoscere; e questo è esattamente ciò che hanno “prodotto” i grandi illustratori di quei primi giorni, contribuendo così a rendere riconoscibile sin dal primo sguardo un genere letterario e dando forma a un preciso immaginario. Il lavoro di Frank R. Paul e Virgil Finlay, per citare due nomi tra i tanti, è l’esempio più chiaro di quel che sarebbero la città del futuro, gli altri pianeti del sistema solare o i veicoli spaziali che navigano nel cielo.
Da quel momento iniziale, dell’invenzione sfrenata, il lavoro degli artisti che hanno portato avanti l’illustrazione fantascientifica è stato molto più facile, perché hanno potuto muoversi in un “territorio” familiare.

Il passare degli anni, molti anni, ha fatto sì che le prime illustrazioni fantascientifiche appaiano oggi un po’ “innocenti”, pur restando piene di un senso del meraviglioso che il tempo non ha cancellato.
Cento anni dopo la prima copertina di Amazing Stories, il lavoro di alcuni dei nostri contemporanei riflette e fa sua l’eredità di quell’epoca. Questo è esattamente ciò che accade con Maurizio Manzieri, uno dei più grandi rappresentanti dell’illustrazione contemporanea nel campo della fantascienza e del fantastico. Maurizio, maestro di tecniche complesse, è uno dei più grandi illustratori italiani viventi, e suoi lavori sono stati pubblicati sulle principali riviste statunitensi e in meravigliosi libri illustrati.

Una parte importante del suo lavoro può essere visto e ammirato qui, in una mostra a Lucca Games, e invito tutti voi a visitarla. Ma non mi dilungherò di più, e passo alle domande a Maurizio Manzieri…


Maurizio, tu sei nato a Napoli e vivi a Torino. in quale modo le meraviglie dell’arte italiana e di quelle città hanno influenzato e influenzano il tuo lavoro?

La vita è un battito di ciglia, un viaggio inspiegabile e misterioso nel Cosmo. Veleggiando attraverso l’Universo, considero un privilegio essere approdato all’ombra di un vulcano nella splendida città di Napoli. L’Italia è terra d’arte e meraviglie, culla di antichi imperi, territorio ammirato e meta di pellegrinaggi dei cittadini del globo terracqueo... ed io sono nato proprio qui!
Durante la prima parte dell’esistenza me ne sono andato in giro esplorando le rovine di Pompei, la villa di Tiberio sul monte Solaro a Capri, le pendici del Vesuvio, i cunicoli della Sibilla Cumana... Anche se sono divenuto un esponente del Digitalismo, resterò sempre un estimatore dell’arte manuale e delle tecniche tradizionali (io stesso son partito dalla matita).
Col tempo mi sono fatto rapire dalla modernità delle nuove forme di espressione per comodità ed esigenze di lavoro, ma credo nelle mie opere traspaia il retaggio dei luoghi in cui ho vissuto. Oggi vivo a Torino, città rinata dopo le Olimpiadi Invernali del 2006 e sede delle scuole in cui insegno illustrazione. Le mie esplorazioni alla scoperta dei luoghi dell’Arte continuano anche sotto le Alpi...



Quando hai deciso di divenire un illustratore professionista? E, poi, di specializzarti come illustratore nel settore del fantastico e della fantascienza?

Fin da piccolo ho sempre avuto una predilezione per gli argomenti di soggetto fantastico, e ho soltanto aspettato il momento giusto per trasformare questa mia passione in un lavoro. Diciamo pure che mi sono lanciato soltanto nel momento in cui ho sentito di essere pronto!
Prima non avevo mai abbandonato quest’ambizione, producendo disegni in modo amatoriale per fanzine, riviste di amici, biglietti di compleanno, mostre cittadine, piccoli concorsi pittorici; a un certo punto l’impeto delle creazioni ha preteso qualcosa di più. È accaduto verso il 1994… non potevo dipingere più per me stesso o per una ristretta cerchia di amici, ma dovevo osare di più, provare a farmi avanti con coraggio nel mondo. Ho inaugurato quindi il mio Studio e ho spedito alcune illustrazioni, subito accettate. Il resto è Storia!

Quali sono gli illustratori che ti hanno influenzato maggiormente? E, fra i tuoi colleghi attuali, c’e’ qualcuno che apprezzi particolarmente?

Ho esplorato un po’ tutte le epoche pittoriche e gli artisti che mi hanno ispirato sono innumerevoli.
Tra i grandi “classici” è doveroso citare Michelangelo Merisi da Caravaggio, che visse anche a Napoli nei primi del Seicento. Sono stato anche attratto da pittori surrealisti come Magritte e dalla grafica di Escher, mentre tra i contemporanei ancora viventi non smetto di adorare e seguire Roger Dean, autore di mitiche copertine per gli album degli YES, e poi Gil Bruvel, Christopher Vacher, Michael Parkes… Tra gli artisti puramente fantastici, la palma di mentore per eccellenza va a Michael Whelan, seguito da John Picacio, Bob Eggleton, Jim Burns e tanti altri...

E come lettore cosa leggi, di solito?

Come amante del bello e della buona letteratura, non disdegno alcun genere. In ambito fantastico mi capita sempre più spesso di leggere le storie o i romanzi che andrò a illustrare. Questa “selezione” è strettamente legata alle mie commissioni di lavoro, quindi può non rispecchiare pienamente quelli che sono i miei gusti letterari. Ho letto migliaia di libri, provando spesso autori sconosciuti o prime opere per paura di perdere l’opportunità di scoprire una nuova voce… sono talmente tanti gli scrittori che considero parte del mio patrimonio culturale, che posso citarne solo alcuni. Ai primi posti nel fantastico svettano Ursula K. le Guin (di cui Maurizio ha illustrato il recente romanzo Paradisi Perduti, NdP), Gene Wolfe e Stanislaw Lem, nel giallo Agatha Christie e Arthur Conan Doyle, nella letteratura italiana Umberto Eco, Italo Calvino, Dino Buzzati, e nel calderone di tutto il resto l’opera omnia di Stephen King, i vampiri di Anne Rice, il cyberpunk di William Gibson, il fantasy di George R.R. Martin e Joe Abercrombie… tra i miti del passato, Richard Matheson, Ray Bradbury, Roger Zelazny… ecco, citando tutti questi nomi mi vien voglia di prendere un libro e mettermi a leggere...

Veniamo al tuo lavoro. Da dove trai ispirazione per le tue immagini? E quanto tempo ti è necessario per realizzare un'illustrazione?

Non ci sono regole precise... per la parte creativa seguo l’ispirazione e attingo le idee da quel luogo “appena dietro la sottile cortina della realtà”. Nei lavori editoriali preferisco leggere l’opera, poi invento, oppure eseguo un’accurata ricerca di materiale fotografico che possa aiutarmi e ispirarmi nella composizione. La partenza avviene sempre comunque dalla tela bianca, sia che si parta dalla carta che dallo schermo di un computer!
Posso impiegare un paio d’ore oppure quindici giorni, tutto dipende dal tempo a disposizione per la consegna. In genere non soffro di blocchi dell’artista, ma neppure provoco forzature… se è necessaria una piccola attesa per lasciar “sviluppare” un’immagine me la prendo con calma e lascio che la matita trovi la sua strada...

Molti tuoi disegni sono copertine di riviste o libri. È diverso per te realizzare un’illustrazione per un racconto e fare la copertina di un libro/ rivista?

Se si tratta di dipingere una sequenza di illustrazioni, di solito mi accade di riprodurre fedelmente alcune scene descritte all’interno della storia. Quando invece l’illustrazione è unica mi occupo di trasferire nell’immagine il messaggio che lo scrittore intende trasmettere al pubblico (cercando di non spoilerare troppo!). L’illustrazione di copertina svolge molteplici ruoli: deve saper avvincere e attirare lo sguardo, far vendere il libro, centrare il bersaglio delle emozioni e vivere di vita propria a fianco del testo.

Quale tecnica di disegno preferisci?

La mia passione per il “manuale” risale al desiderio di toccare fisicamente l’opera d’arte, un oggetto quindi non soltanto godibile virtualmente ma tangibile nel mondo reale. Ai fini pratici cambia molto poco tra un’opera manuale e una digitale… oggi anche in ambito digitale è possibile simulare perfettamente la matita o il pennello sporco passato su una carta ruvida. Diventa tutto una questione di gusto, tempo e scelta!
In Studio lavoro con tavoletta grafica Intuos su computer iMac, attrezzato con una delle più conosciute applicazioni nel campo della grafica e della fotografia: Photoshop. Ci sarebbero alternative, ma in questo caso ho preferito impadronirmi di pochi collaudati strumenti del mestiere, focalizzando la mia attenzione più sull’opera d’arte e il risultato da raggiungere, meno sui tecnicismi e sulla sperimentazione di nuovi software e piattaforme.

Un elemento ricorrente nelle tue illustrazioni sono le donne. Futuribili, tecnologiche, bioniche, ma assolutamente e sempre ben riconoscibili: donne. C’è un motivo dietro questa scelta?

Mi piace rappresentare il futuro. La scelta di dipingere qualcosa che non esiste costituisce una piacevole sfida rispetto al rappresentare una natura morta. La riproduzione dei contorni di un corpo umanoide è da un lato un esempio di bellezza tramandato geneticamente, dall’altro anche un insieme di curve sinuose e perfette estrapolate da una dimensione di solo darwinismo. La bellezza può essere tante cose: un concetto astratto, la potenza di uno sguardo intelligente oppure una componente esteticamente accettata in un Universo futuro, quando la nostra Terra non esisterà più.
Le mie eroine sfoggiano innesti cibernetici e mascara allo stesso tempo... la nanotecnologia consentirà di superare qualsiasi problema connesso ai vincoli della navigazione stellare! Per questo motivo gli ideali di bellezza saranno alla portata di tutti e consentiranno gradualmente di stilizzare per scelta qualsiasi cosa: astronavi, tute spaziali, città. Chissà, forse un giorno sarò ricordato come il primo artista ad aver creato una tuta spaziale con il décolleté…



Oltre che illustratore, sei anche docente, presso l’IMasterArt e la Scuola Internazionale dei Comics. Come è per te l’esperienza dell’insegnamento, del dovere “trasmettere” la tua conoscenza “personale” ai tuoi studenti?

Mi piace interagire con i ragazzi, con le “nuove leve” del futuro. Ti guardano con quella scintilla negli occhi che avevi da ragazzo, cercando di carpire le tecniche, l’Arte, quello stimolo che all’improvviso si libera dentro di te come una scarica elettrica per creare qualcosa di unico e irripetibile. Durante le lezioni rispondo a tutte le domande, cerco di essere un libro aperto, di ispirare e fornire guida e sostegno.
I miei corsi sono gestiti e amministrati a seconda degli accordi e dello spazio a disposizione nel programma accademico. Riguardo gli argomenti oggetto di lezione, cerco di lasciare in eredità il mio sapere... qualche volta sviluppo corsi di illustrazione in totale autonomia, altre volte lavoro in team, con moduli personali intervallati alle specializzazioni di altri docenti.

In quale misura il lavoro di insegnante ha influenzato il tuo lavoro di illustratore?

A differenza di quello che accade nel mio Studio, dove mi concentro esclusivamente sull’opera d’arte, il lavoro di insegnante consente di sperimentare. Il confronto e il dibattito con gli studenti è sempre costruttivo e gratificante. Spesso capita che alcune illustrazioni nascano in un contesto didattico, proprio mentre spiego una lezione, durante un esercizio… nessuno può dire da dove salterà fuori un’opera di cui andrai fiero negli anni a venire. A parte la disciplina necessaria in qualsiasi lavoro, intuizione e creatività sono caratteristiche aleatorie, impalpabili...

Quali consigli ti senti di dare a chi aspira a diventare illustratore professionista?

Ognuno di noi è un microcosmo diverso, il risultato finale di un insieme di culture, sogni e stili differenti, così come diverse sono tutte le grafie. Il mio consiglio è di non fossilizzarsi in una sola disciplina, ma espandere e soddisfare la sete di conoscenza in ogni campo dello scibile. Le nostre illustrazioni sono alla fine il compendio di ciò che siamo, della nostra vita, di come l’abbiamo vissuta. Mai fermarsi, non essere superficiali, cercare di abbandonarsi alla Natura che ci circonda per assaporarla in quei dettagli che nessuno sembra più notare...

Lo scorso agosto hai partecipato alla WorldCon (la più importante manifestazione mondiale dedicata alla fantascienza) di Londra. Vuoi parlarcene?

Loncon è stata la mia prima WorldCon, in assoluto la prima convention estera alla quale abbia partecipato anche come espositore.
Nel campo dell’illustrazione fantastica mondiale, oggi più comunemente denominato Imaginative Realism, si respira un’aria di passione e meritocrazia quale non ho mai visto in altri settori dell’arte più ortodossa e accademica. Ho comunicato la partecipazione alla convention con appena tre mesi di anticipo sulla tabella di marcia - parliamo di una delle manifestazioni più grandi del settore, e quest’ultima edizione ha battuto ogni record con oltre 10.000 partecipanti - e sono stato subito inserito nel palinsesto come uno degli artisti europei più rappresentativi. Il comitato organizzatore mi ha dato molto spazio, organizzando conferenze, caffè letterari, sessioni di autografi e ha ritenuto di premiarmi con una targa di merito per il Miglior Lavoro Digitale presente nell’Art Show. Come direbbero gli inglesi, è stato un vero ‘blast’!
Inoltre, ho finalmente stretto la mano a diversi miti che hanno ispirato la mia carriera, sia scrittori immensi come Robert Silverberg che artisti come Jim Burns e John Harris!

Tu hai ricevuto molti premi, anche in ambito internazionale. In che misura ritieni abbiano aiutato la tua carriera?

Essere selezionato per importanti “annuari” dedicati all’Arte Fantastica nel mondo aiuta non poco, poiché questi volumi atterrano sulle scrivanie dei più quotati art-director internazionali e costituiscono una vetrina non indifferente. La cassa di risonanza più importante sono le pubblicazioni stesse, ma i premi arricchiscono il curriculum e diventano una sorta di consacrazione del tuo lavoro. Il riconoscimento più importante di tutti resta il Chesley Award, conferito dall’Associazione degli Artisti di Fantasy & Fantascienza d’America e che ho conquistato nel 2003… credo di essere l’unico italiano ad essere stato insignito con questa onorificenza. Il premio prende il nome dall’astronomo e illustratore Chesley Bonestell, e viene assegnato nel corso della WorldCon... e anche quest’anno ero finalista in ben due categorie!



Per il festival di Lucca 2014 hai realizzato una “speciale illustrazione”, ispirata alla famosa frase sui dischi volanti che non potrebbero mai atterrare a Lucca...

È stata una simpatica sfida lanciatami dal festival, che quest’anno mi ha dedicato una splendida mostra: dipingere il primo atterraggio alieno su Lucca, in stile Indipendence Day… l’affiche è diventata un documentario corredato da tutorial step-by-step, pubblicato in un numero speciale della rivista ImagineFX Italia (Wyrd Edizioni).
Per la figura della protagonista, la spietata comandante cyborg delle forze d’attacco, mi sono avvalso della modella Jenia Gherman e di un team di collaboratori, Luca Merlo Pich e Giorgio Pigatti, che mi hanno aiutato in studio nelle fasi salienti del photoshooting.
L’immagine ritrae la distruzione di Piazza San Martino… inizialmente avevo un po’ di timore per questa libera interpretazione dell’atterraggio ma poi, visto l’esito finale, mi è stato detto che, se volevo, potevo distruggere anche qualche altra piazza della città!

Su cosa stai lavorando ora? Puoi darci qualche anticipazione?

Tutte le mie attività continuano a evolvere in maniera esponenziale, dalle collaborazioni con le scuole a nuove commissioni per case editrici estere. Sono in procinto di rafforzare lo Studio con un blog più continuativo, l’apertura di uno store online e un canale Youtube. Vedrò dove mi conduce quest’ondata inarrestabile di entusiasmo e colori.
Nel momento in cui scrivo, ho appena terminato una collaborazione con la MacMillan (uno dei più importanti editori europei, NdP), mentre comincio a ricevere richieste di copertine da scrittori indipendenti. Probabilmente l’indie publishing business diventerà un nuovo sbocco lavorativo per noi illustratori...
In cantiere poi ci sono molti progetti, tra cui la produzione di un nuovo volume personale, arricchito con le mie ultime opere (attualmente, il più recente volume dedicato alle illustrazioni di Maurizio è “The art of Maurizio Manzieri”, ed. Pavesio, 2009).
Per chi vuole accomodarsi e seguire tutte le mie avventure in territorio inesplorato, c’è sempre un posto libero nel mio ovoide argenteo. Il mio blog e gli avamposti sui social media possono essere raggiunti attraverso il mio spazio web www.manzieri.com


Le foto pubblicate in questa pagina, dall'alto in basso:
1.
un momento dell'incontro col pubblico di Lucca Games 2014. Da sinistra: Paco Arellano, Francesca Dafne Rossi, Maurizio Manzieri
2. Manzieri al suo stand, in una precedente edizione del festival lucchese
3. Manzieri e la speciale illustrazione da lui realizzata per Lucca Comics & Games 2014: gli alieni atterrano a Lucca... (la foto è tratta da LoSchermo.it)
4. la copertina del volume dedicato alle opere di Manzieri, edito da Pavesio nel 2009.

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