Piccola, ma viva e vibrante (la fantascienza italiana)

Intervista ad Arielle Saiber, associate professor of romance languages al Bodwoin College (Maine, USA), studiosa di fantascienza italiana e neo-giurata del Trofeo RiLL
di Massimo Mongai
[pubblicato su RiLL.it nel gennaio 2013]


Il blog di scienza e fantascienza Il Tredicesimo Cavaliere ha recentemente pubblicato questa intervista di Massimo Mongai ad Arielle Saiber, accademica americana studiosa di letteratura italiana: quella rinascimentale e quella fantascientifica.
Con piacere (e grazie alla disponibilità del nostro vecchio amico Roberto Flaibani, responsabile del blog) proponiamo adesso su RiLL.it questa intervista, in cui Arielle ripercorre i mesi passati quest'anno in Italia (a documentarsi ancor di più sulla fantascienza nostrana) e ci dice la sua su questo genere letterario (e sull'Italia!).



Come sta la fantascienza italiana secondo il parere di una fan americana? Stiamo messi bene o male?

Da quello che ho visto, c’è un buon numero di scrittori di fantascienza e scrittori di cross-over (autori che mescolano generi, o autori di mainstream che integrano la fantascienza nel loro lavoro). Mi è stato detto, tuttavia, che il numero di lettori di fantascienza in generale è in calo. Suppongo che non sia diverso dalla situazione negli Stati Uniti. Film e TV a tematiche fantascientifiche sono molto popolari, ma la narrativa di fantascienza non è molto letta.
Ma torniamo agli scrittori. La scena della fantascienza italiana, anche se piccola, è molto viva, anche se il campo ha perso un certo numero di scrittori importanti di recente (come Aldani, Curtoni, Valla). Ci sono editori che pubblicano romanzi di fantascienza e raccolte di racconti di autori italiani; un certo numero di riviste on line ricche e vibranti, gruppi FB e blog attivi; e premi letterari.

Mediamente in Italia gli appassionati di fantascienza hanno una certa età. Hai incontrato giovani, più o meno giovani, persone mature?

Ho incontrato tutta la gamma, tra cui molti giovani scrittori, in particolare quelli coinvolti nel Connettivismo. Sto cominciando a pensare che ci siano molti giovani appassionati di fantascienza che non frequentano l’Italcon (la convention dei professionisti italiani del fantastico e della fantascienza, che si svolge annualmente, NdP) e che non sono scrittori; ma possono anche non essere lettori, ma piuttosto fan di film di fantascienza, videogiochi, fumetti, ecc

Hai incontrato donne del fandom (parola inglese traducibile più o meno come "mondo degli appassionati", con riferimento soprattutto a chi frequenta conventon, fiere, o comunque organizza attività e iniziative, NdP)? Cosa pensi, cosa ne sai della partecipazione delle donne al mondo del fandom italiano? Ce ne sono, non ce ne sono, come, perché?

Non ho incontrato e neanche visto, ahimè, molte fan donne all’Italcon, e non conosco molte donne italiane che amino la lettura di fantascienza. Ho incontrato solo poche scrittrici italiane di fantascienza: Debora Montanari, Francesca Garello e Silvia Castoldi (anche traduttrice), anche se so che ci sono altre donne che scrivono fantascienza oggi in Italia ( per esempio Nicoletta Vallorani, Elisabetta Vernier, Milena Debenedetti).
Come negli Stati Uniti, nello spettro Fantascienza/Fantasy, ci sono più donne che leggono, guardano e scrivono Fantasy.
È interessante notare, tuttavia, che ci sono state un bel po’ donne italiane scrittrici di fantascienza – e scrittrici eccellenti se per questo – all’inizio della storia del genere in Italia, come Lina Gerelli, Gilda Musa, Roberta Rambelli, Anna Rinonapoli, Giovanna Cecchini e Luce D’Eramo. Sarebbe interessante fare uno studio per confrontare la percentuale di donne-a-uomini delle donne italiane che scrivevano fantascienza nel periodo 1950-70 con quello delle donne anglofoni che scrivevano fantascienza nello stesso periodo (oppure un po’ prima: negli USA quando cominciò il genere)

Ci sono molte differenze fra il fandom italiano e quello americano? Quali sono secondo te? Come sta messo il fandom americano?

Non posso, purtroppo, dire molto in risposta a questa domanda, dato che ho partecipato solo ad una World-con (nell’agosto 2012). I partecipanti sembravano molto simili per personalità e stile a quelli che ho visto all’Italcon-STICCON a Bellaria questo maggio, anche se alla Worldcon c’erano in percentuale più donne.

Senza entrare nel merito specifico (non fare nomi, a meno che tu non voglia!) cosa pensi degli autori italiani di fantascienza che hai letto più recentemente? Trovi delle costanti, dei punti in comune?

Sto leggendo molto, a partire dagli anni della proto-fantascienza (metà del 1800), fino al presente, e ci sono ottimi scrittori di tutti i decenni. Ora che sono tornata ai miei studi medievali-rinascimentali e alla stesura finale di un progetto di libro, ho solo circa un’ora, un’ora e mezza al giorno per la lettura di fantascienza. E’ una tortura! Ahimè.
Ora mi sto addentrando nella fantascienza italiana, riempiendo i miei scaffali e il mio computer, e leggendo bit dopo bit. Ieri, per esempio, ho letto un racconto breve molto divertente di Sergio Turone, “Nervi a pezzi” (Gamma, 1966). Così, il mio leggere “recente” è un pot-pourri casuale. Tra un mese o giù di lì, comunque, mi immergerò esclusivamente negli affascinanti scritti di vari generi del Connettivisti per la conferenza SLSA.

Qual è, se esiste secondo te, la specificità della fantascienza Italiana?

Ottima domanda! Questo è un argomento che sto esplorando, e sto cercando di farlo senza cadere in generalizzazioni, riduzioni, o stereotipi. Parlo un po’ di questo nel mio articolo The Fiction of Italian Science Fiction, e ne parlerò nell’introduzione che scriverò con Giuseppe Lippi per l’antologia che stiamo curando insieme.
Il numero speciale di Science Fiction Studies che Umberto Rossi ed io stiamo preparando affronterà ad un certo livello anche questo argomento.
Una cosa che posso dire è che storicamente, la fantascienza italiana (direi quella migliore) si è indirizzata verso la fantascienza sociologica, psicologica e filosofica piuttosto che sulla fantascienza più “hard”. La fantascienza italiana degli inizi aveva anche una grande dose di elementi “fantastici”, nonché riferimenti agli autori canonici, alla storia ed alle arti (se questo fosse dovuto alla naturale inclinazione di questi autori, o per il desiderio di essere accettato dal mainstream letterario è materia di discussione).
In una bellissima chiacchierata a Roma, Lanfranco Fabriani ha parlato delle tendenza dei primi anni della fantascienza italiana ad essere “letteratura di corte” e tu Massimo eri d’accordo, parlando di molti autori di quel periodo (e di alcuni successivi) come “cripto-proustiani”, cioè che cercavano di fare letteratura letta dal mainstream, ma, dati i temi delle loro storie, potevano solo pubblicare con case editrici che pubblicavano la fantascienza.
Gran parte della fantascienza italiana ha seguito le tendenze (sia tematiche che stilistiche) della fantascienza anglofona, ma era e continua anche ad essere ricca di storia e di discipline umanistiche, di ucronia, e di fantastico.
Una cosa che accade in Italia che vedo poco altrove sono i collettivi di scrittura che si sono formati negli ultimi dieci anni o giù di lì (Wu Ming, Kai Zen, Connettivismo, ecc), molti dei quali stanno scrivendo fantascienza di vario genere. Un’altra tendenza che sto vedendo nella attuale fantascienza italiana, come sta accadendo in tutto il mondo, è la tendenza verso soluzioni slipstream, fusion, cross-over, new-weird.

Qual è il tipo di fantascienza e di autori che preferisci, in generale? Come è nato il tuo interesse per la fantascienza in generale e per quella italiana in particolare?

Domanda difficile a cui rispondere!
Come a molti lettori di fantascienza, mi piace una gamma di stili e temi. Ma se dovessi isolare alcuni elementi preferiti, vorrei dire che apprezzo la fantascienza che si confronta con questioni filosofiche, di quelle grandi e senza risposta, e quelle specifiche socio-economico-politico-ambientali che sono urgenti ed attuali e richiedono riflessione concertata da parte di tutti.
Amo la fantascienza che immagina nuove tecnologie e “gadget” interessanti, i “nova” (come li chiama Delany) ("nova": parola latina per indicare “le cose nuove”, NdMM).
Amo leggere di vita aliena in mondi alieni.
Amo la fantascienza umoristica (Adams e Mongai, per esempio!).
Ho sempre apprezzato la fantascienza che ispira compassione.
Amo tutto ciò che apre, espande la mia mente (cosa che non accade spesso come dovrebbe).
Ho un particolare interesse per la fantascienza che esplora lingue artificiali (come Mieville fa in “Embassytown”), le funzioni cerebrali (come De Matteo in “Sezione π°2”), oppure utilizza strutture inusuali o non lineari (come in “La passeggiata Patty” di Sandrelli). Perdo la pazienza, d’altra parte, con le scene di battaglia lunghe, l’eccessiva violenza / crudeltà / sesso, e … la cattiva scrittura (ovviamente!).

Come sta messa l’Italia in generale secondo te? A prescindere dalla fantascienza.

Altra domanda difficile a cui rispondere. Conosco le immense sfide che l’Italia si trova ad affrontare per quanto riguarda la disoccupazione, un governo incerto, una burocrazia da capogiro, l’euro, e molte altre questioni, maggiori e minori.
Eppure la storia ha mostrato come l’Italia è stata, sempre ed ancora e ancora, in grado di superare le sue crisi e sopravvivere. Il paese continua a essere adorato da turisti, artisti, studiosi, innovatori, ed altri, e credo che il suo appeal di massa, insieme con la creatività e la genialità italiane, contribuirà ad uscire da questi tempi difficili.
Una semplice osservazione “di superficie”: ho visto alcune città molto peggiorate rispetto a qualche anno fa (più sporche e logore), ma ne ho visto altre notevolmente migliorate.
Ho sentito molte persone parlare di come non vengono pagate per il lavoro che stanno facendo (così come i loro capi non sono stati pagati, e intere aziende non sono state pagate, e così via), ma ho visto anche giovani pensare ai modi per sviluppare nuove strade per il lavoro: collaborazione, pensiero collettivo e costruttivo.
Ho sentito persone politicamente di sinistra e di destra preoccupate per gli stessi problemi e presentare soluzioni simili.

Stai lavorando a qualche progetto particolare che riguardi l’Italia? Che ci sei andata a fare alla Biblioteca Vaticana, a Roma? E’ un postaccio, mi dicono…

Sto lavorando a un libro sulle intersezioni tra matematica e letteratura in Italia tra il 1450 e il 1650. Una grande quantità di ricerche è stata fatta sui rapporti fra matematica e arte nel Rinascimento, fra matematica e musica nel Rinascimento, fra matematica e architettura nel Rinascimento, ma molto poco sulla matematica e la letteratura. Ho limitato la mia attenzione a cinque autori (Leon Battista Alberti, Luca Pacioli, Niccolò Tartaglia, Bernardino Baldi, e Giambattista Della Porta), e a un lavoro di ciascuno, che esemplifica un caso particolarmente interessante della "conversazione" matematica-letteratura.
Il capitolo finale del libro (un epilogo, in realtà) presenta i risultati attuali nel campo delle neuroscienze per quanto riguarda dove il pensiero matematico (il calcolo, ad esempio) e il pensiero letterario (la metafora, per esempio) si sovrappongono nelle funzioni cerebrali.
Il mio corso di laurea è stato in Scienze Cognitive e Filosofia, e non ho mai smesso di essere interessata alla ricerca sul cervello. In effetti, gran parte del mio lavoro sulla letteratura medievale e rinascimentale è relativo a questioni scientifiche e matematiche. Non sorprende, quindi, che la fantascienza italiana sia ora tra i miei progetti!
Per quanto riguarda la Biblioteca Vaticana: si tratta di una delle più belle biblioteche in cui io abbia mai lavorato. Ha tutto: un patrimonio incredibile, efficienza, bellezza, bibliotecari gentili, e una caffetteria costruita all’interno di un’antica fontana.

Allora, in generale come ti sei trovata?

E’ stato un viaggio meraviglioso! Mio marito, Kavi Montanaro, che è anche un appassionato di fantascienza, mi ha accompagnato a molti degli incontri, dei pranzi e delle cene, ed ha eroicamente sforzato il suo italiano a nuovi livelli di fluidità.
I primi giorni sono stati a Vigevano, dove ho lavorato con Giuseppe Lippi, curatore di Urania presso Mondadori, alla nostra antologia, dal titolo provvisorio “Fantascienza: An Anthology of Italian Science Fiction (1860s-1960s)”. Sono molto onorata di lavorare con Giuseppe, che è una vera e propria enciclopedia della fantascienza e della sua tradizione, ed uno straordinario lettore, scrittore ed editore. La nostra antologia sarà pubblicata dalla Wesleyan University Press (una casa editrice accademica con la migliore serie di studi scientifici sulla fantascienza negli Stati Uniti). “Fantascienza” sarà la prima antologia di fantascienza italiana in inglese.
A Vigevano, Giuseppe ha organizzato una cena con l’eccellente scrittore Dario Tonani, i superbi traduttori Laura Serra e Silvia Castoldi; e Mauro Catoni, alias Gort, il collezionista che generosamente mi ha aiutato a trovare tonnellate di materiale quando stavo scrivendo l’articolo “The Fiction of Italian Science Fiction”.
Mentre ero nell’area di Milano, mi sono incontrata con il professor Carlo Pagetti e la sua studentessa Giulia Iannucci, che ha appena completato una tesi sulla fantascienza italiana. Ho partecipato anche ad un magnifico pranzo organizzato e co-cucinato da Luigi e Marina Petruzzelli. Luigi sta facendo un lavoro instancabile ed eccezionale come redattore ed editore delle Edizioni della Vigna. A pranzo ho avuto l’opportunità di incontrare il grande illustratore Giuseppe Festino e il prodigioso collezionista Dario Vaghi.
Poi a Bologna ho avuto il mio primo pranzo con Giovanni De Matteo, uno dei fondatori del Collettivo del Connettivismo e straordinario giovane scrittore. Darò una conferenza sulla sua scrittura e sul Connettivismo alla Society for Literature, Science, and the Arts a ottobre.
Il giorno dopo ho incontrato per pranzo Valerio Evangelisti e sono stato sopraffatta dalla sua gentilezza. Abbiamo parlato per quasi 3 ore di fila. Il mio stupore per la sua erudizione, talento, visione e impegno, non poteva che aumentare.
Ho anche avuto la possibilità di trascorrere del tempo con la meravigliosa autrice Debora Montanari, che è diventata una cara amica, e Jadel Andreetto (di Kai Zen), che sta facendo ottimi lavori di narrativa e di critica. E come bonus, ho avuto modo di incontrare Marco Cordero di Genova, che ha dato inizio a una nuova casa editrice chiamata Cordero Editore, ed ha appena pubblicato la sua prima antologia fantascienza, “Sognavamo macchine volanti”, invitando gli autori a scrivere racconti nello stile della fantascienza degli anni ‘60.
A Bellaria poche settimane dopo ho incontrato il bolognese Armando Corridore e Ugo Malaguti, di Elara Libri.
Le successive settimane sono stata a Firenze. Ci sono stata soprattutto per fare ricerche per il libro sul legame tra matematica e letteratura nel Rinascimento, ma ho avuto un pranzo fenomenale al Teatro del Sale con il sociologo e scrittore Carlo Bordoni, che è anche l’editore della superba rivista/ blog “IF: Insolito e Fantastico”, e gli incredibilmente prolifici Gian Filippo Pizzo e Walter Catalano. Ho anche avuto modo di incontrare per cena in un’altra occasione il brillante studioso germanista ed autore di fantascienza Alessandro Fambrini.
E poi, sono stata a Bellaria per Italcon. Lì ho incontrato così tante persone che sarebbe impossibile elencarli tutti, e mi scuso se qualcuno che ho incontrato e non menziono sta ora leggendo questo articolo. Accludo un elenco di nomi qui di seguito. Un ringraziamento particolare, però, va a Gianni Montanari che mi ha coperto di libri, e mi ha intrattenuto con episodi del suo passato e dei suoi anni di lavoro redazionale per Urania.
Ho incontrato:
- alcuni scrittori del Collettivo Connettivismo, Giovanni Agnoloni e Sandro Battisti, Giovanni De Matteo, Lukha Kremo (che è anche l’editore di Kipple Officina Libraria), e Francesco Verso. Ho avuto la possibilità di intervistare Battisti, De Matteo, Kremo, e Verso sulle origini, la visione, e la produzione dei Connettivisti.
- lo scrittore, redattore, editore, organizzatore di Italcon Armando Corridore di Elara Libri (che gentilmente mi ha ospitato in questa conferenza e mi ha anche regalato molti libri)
- l’autore e regista Luigi Cozzi
- lo scrittore, critico, e redattore Gianfranco De Turris (che avrei incontrato di nuovo a Roma)
- lo scrittore e critico Domenico Gallo
- Luigi Lo Forti, scrittore, editore, e l’editore della nuova rivista, ALTRI Sogni: Rivista digitale di horror, sci-fi, e strano
- lo scrittore, critico, redattore e editore di Elara Libri, Ugo Malaguti
- Davide Monopoli, del Museo del Fantastico a Torino
- lo scrittore, redattore, editore e critico Gianni Montanari
- gli scrittori Vittorio Piccirillo e Donato Altomare
- lo studioso e critico Salvatore Proietti (che avrei incontrato di nuovo a Roma)
- l’editore Marco Solfanelli delle Edizioni Solfanelli
- il direttore ed editore Silvio Sosio di Fantascienza.com  e Delos Books

A Roma sono stata a Roma due volte. La prima volta, ho avuto il piacere di pranzare con un eccellente studioso, il professor Salvatore Proietti. Nella seconda occasione, ho avuto un pranzo con l’autore, critico ed editore Gianfranco De Turris, i cui studi sulla proto-fantascienza sono stati particolarmente importanti per la mia ricerca, e che mi ha dato molti libri che in precedenza avevo potuto solo prendere in prestito da biblioteche e che mai avrei pensato che sarei stata in grado di possedere! Nel corso di questa stessa visita, ho cenato con lo studioso e critico Umberto Rossi, con il quale ora sto collaborando su un numero speciale sulla fantascienza italiana per la rivista accademica “Science Fiction Studies”, la prima rivista accademica degli Stati Uniti a pubblicare un intero numero dedicato alla fantascienza italiana. Sempre in questa seconda visita ho avuto l’opportunità di incontrare te, l’incredibile Massimo Mongai, con il quale sono stata in corrispondenza per oltre un anno. Nello stile di Rudy “Basilico” Turturro, hai cucinato una squisita cena, a cui hanno partecipato un trust di cervelli di scrittori: Lanfranco Fabriani, Francesca Garello, Francesco Grasso, e Francesco Troccoli; poi Alberto Panicucci del Trofeo RiLL e lo sceneggiatore di fumetti Marco Scali (ammetto di conoscere poco i fumetti, ma apprezzo molto quello che ho imparato da lui).

Anche se non ho avuto la possibilità di incontrare, ahimè, il compianto Vittorio Curtoni, ho avuto l’onore di corrispondere con la moglie, Lucia Paretti-Curtoni. E ‘stato anche un piacere avere incontrato il figlio di Riccardo Valla all’Italcon.
Vorrei esprimere la mia gratitudine per l’incredibile generosità di tutte le persone che ho incontrato durante questo viaggio. Tutti mi hanno dato copie dei loro libri, o libri che come editori avevano pubblicato, o prime edizioni delle pubblicazioni di Galassia, Futuro ecc, o in caso di Festino, stampe del suo lavoro!
Potrei avere la più grande collezione di fantascienza italiana in Nord America, a questo punto. Questa estate un mio studente lavorerà a catalogare tutto, e questo vi può dare la misura di quanto è grande ora la collezione!

Di solito gli americani in visita in Italia ingrassano, è successo anche a te?

Sì e no. Sì, perché sono impazzita per la pasta come faccio sempre quando sono in Italia, e no, perché ho camminato molto di più di quanto faccio negli Stati Uniti. E’ stato un gioco a somma zero per me, come è di solito.

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